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40, una legge da rifare

Un’altra sentenza della Corte Costituzionale. La decennale Legge 40/2004 che, smantellata con il tempo a colpi di ricorsi e sentenze, appare oggi più che mai (definitivamente, aggiungerei) da riscrivere. Con l’ultimo pronunciamento la Consulta ha dichiarato incostituzionale il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa previsto dalla suddetta legge. Su questa legge, controversa sin dall’inizio, si

Un’altra sentenza della Corte Costituzionale. La decennale Legge 40/2004 che, smantellata con il tempo a colpi di ricorsi e sentenze, appare oggi più che mai (definitivamente, aggiungerei) da riscrivere. Con l’ultimo pronunciamento la Consulta ha dichiarato incostituzionale il divieto di ricorrere alla fecondazione eterologa previsto dalla suddetta legge. Su questa legge, controversa sin dall’inizio, si sono espresse ben 30 sentenze, sul testo nel suo insieme o su singoli articoli o commi. Nel 2012 la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, nell’accettare il ricorso di una coppia italiana, aveva stabilito che la Legge 40 violava la Convenzione europea sui diritti dell’uomo (che prevede il diritto di ciascun individuo al rispetto della propria vita privata e familiare). Il giorno 8 aprile 2014, inoltre, il Tribunale di Milano ha pronunciato un’altra sentenza importante. Grazie ad essa è stata assolta una coppia a cui si contestava l’accusa di “alterazione di stato” per aver ottenuto la trascrizione in Italia dell’atto di nascita di un bimbo nato in India attraverso la maternità surrogata. L’avvocato Maria Paola Costantini, referente di Cittadinanzattiva, osserva che questa sentenza offre una possibilità di rispondere alle esigenze delle coppie sterili (coppie rispondenti a requisiti precisi, secondo l’art. 5 della stessa Legge 40). Sempre Costantini ci fa riflettere sul fatto che l’eliminazione di questo divieto contrasterebbe sia il commercio – oggi presente in Italia – dei gameti che, soprattutto, il cosiddetto turismo procreativo in quei Paesi in cui vigono norme meno restrittive. Certamente, questi ultimi pronunciamenti non potranno lasciare indifferente il legislatore, il quale dovrà mettere mano a un nuovo impianto normativo, che vada incontro alle esigenze di tanti e alla società nel suo insieme, con maggiore apertura.
Chiara Trompetto

 

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