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E il mondo della lirica piange la dipartita di Daniela Dessì…

E il mondo della lirica piange la dipartita di Daniela Dessì…

Ieri notte, all’età di 59 anni (14 maggio 1957), ha lasciato il corpo, al Poliambulanza di Brescia, il soprano genovese Daniela Dessì. Il tenore Fabio Armiliato, compagno dell’artista dal 2000, con cui viveva nei pressi del Lago di Garda, dichiara: Una malattia breve, terribile e incomprensibile me l’ha portata via in questi mesi. Aveva dato il

Ieri notte, aTosca-Genova-2010-4ll’età di 59 anni (14 maggio 1957), ha lasciato il corpo, al Poliambulanza di Brescia, il soprano genovese Daniela Dessì. Il tenore Fabio Armiliato, compagno dell’artista dal 2000, con cui viveva nei pressi del Lago di Garda, dichiara: Una malattia breve, terribile e incomprensibile me l’ha portata via in questi mesi.
Aveva dato il via alla sua brillante carriera il Concorso Internazionale indetto dalla Rai nel 1980, in cui aveva vinto il primo premio. E da lì tanti successi e prestigiose collaborazioni internazionali con celeberrimi teatri, dalla Scala di Milano al Metropolitan di New York, alla Deutsche Oper di Berlino. Un soprano assoluto dotato di una voce nobile, di un fraseggio turandot-2-daniela-dessiesemplare, di una tecnica perfetta e approfondita, di una musicalità straordinaria e di una notevole verve scenica.
Innumerevoli le interpretazioni, in particolare delle eroine verdiane e pucciniane, sotto la direzione, fra gli altri, di Claudio Abbado, Riccardo Chailly, Daniele Gatti, Gianluigi Gelmetti, Carlo Maria Giulini, Carlos Kleiber, James Levine, Lorin Maazel, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Giuseppe Sinopoli, e con registi, quali Roberto De Simone, Pier Luigi Pizzi, Luca Ronconi, Ettore Scola, Giorgio Strehler e Franco Zeffirelli.
Vogliamo presentarla attraverso le immagini di alcuni suoi colleghi cantanti, iniziando da un suo giovane amico.
NORMA_Daniela_Credits-Giancarlo-LeljMolte persone mi chiamano scrivono messaggi per consolare l’immenso vuoto che oggi è in me. Solo ora capisco quanto è importante Daniela Dessì nel mio vissuto.
È il suono, la voce, un sorriso, uno sguardo… è un’immensa emozione il solo sfiorare del pensiero dei diversi momenti passati insieme.
La definisco la colonna sonora della mia vita e lei con sorriso mi chiamava “il fanciullo perverso” come il Malatestino nella Francesca da Rimini.
Mi appellò così in occasione dell’ultima recita romana del capolavoro di Zandonai. Lei vedendomi rise e mi chiese se non mi fossi stufato di aver assistito a tutte le recite e anche ad alcune prove. Vergognosamente dissi di no e lei mi abbracciò e mi impose di sedermi alle prime file di platea. E così durante il duetto del terzo atto mi sorprese perché al “Se un fanciullo perverso…” al posto d’indicare il collega mi vide e indicò me solo soletto seduto in platea.
A ogni fine recita si scherzava. Una volta mi disse di sedermi perché doveva comunicarmi un debutto tanto atteso. Intuì subito che si trattava di “Norma” e io esplosi con mille dubbi. Lei struccandosi si girò verso di me e con la solita 20080429bonorma2ironia mi chiese: “Ma la devi debuttare tu?”. E scoppiammo in una risata. Mi regalò una sua foto bellissima con la seguente dedica: “A Davide con simpatia e lexotan, tua Daniela”.
So di essere molto fortunato perché ho vissuto il vero amore per l’arte, per l’artista al di fuori di sciocchi fanatismi. Non mancava che, in punta di piedi, facessi qualche osservazione o critica e lei, con autoritaria ironia, sorvolava sul mio detto e con la profondità del suo sguardo m’incantava e ridevamo insieme.
Ho dormito in ogni dove per lei. Appena avevo una manciata di euro partivo e viaggiavo per la sua arte, tra viaggi della speranza e panchine di giardini comunali. Il primo viaggio lo devo a mia madre: era la fine degli anni 90, e mi diressi al debutto in “Aida” a Zurigo. Rinunciai alla gita scolastica e siccome ero minorenne dovetti fare mille carte per andare all’estero, essendo figlio di separati. Fu tutta un’avventura conclusa con le solite risate, prima dello spettacolo lei mi salutò in corridoio, ma io non la riconobbi per il trucco e i cappelli rasta e quanto mi prese in giro…
Mi commosse quando scoprì che io e una mia amica eravamo senza albergo a Busseto dopo un concerto, e lei Boheme.dessìinsieme a Fabio ci obbligò a salire in macchina e ci offrì una notte in un suo appartamento a Brescia. Dopo la fatica del concerto e del viaggio, era sfavillante e piena di verve ci mostrò la casa come se fosse un agente immobiliare.
Poi dopo tanti anni mi ascoltò cantare, durante un master e silenziosamente mi girava intorno e mi guardava con il solito sorriso. Ad un tratto con tono serio mi chiese: “Ma tutta questa voce da dove ti esce?…e sei così piccolo!” E tutti a ridere. Durante una lezione quando fu il mio turno si levò le scarpe e giustificò il gesto con un semplice: “Siamo in famiglia” e mi fece un occhiolino.
Mille emozioni, ricordi e risate mi tornano in mente. Ora il pensiero è per Jacopo, il suo amatissimo figlio. Lei è stata artista e madre esemplare. Un grande abbraccio a Fabio e alla sua famiglia che hanno accolto questa straordinaria donna con profondo affetto. Lei non lo sa, ma il suo esempio d’arte, di persona e soprattutto di madre hanno partecipato attivamente a un pezzo della mia vita e della mia gioventù.
Ciao Danielina.. il tuo topolino o meglio fanciullo perverso, Davide D.
Max_dessìLa notizia mi ha scosso profondamente. È giunta inaspettata, totalmente imprevista e realmente mi è difficile esprimere molto. Posso dire che era una vera amica e mi ha sempre incoraggiato invitandomi sempre non mollare mai. “Caro Max, questo è un covo di serpenti, ma tu sei un vero leone e farai strada”. L’ultima volta siamo stati a cena a Taormina col compagno Fabio. Una serata veramente amena e piena di arte. Sono davvero addolorato. Sono stato uno dei primi a sapere che era in ospedale, ma non immaginavo tutto sarebbe precipitato così velocemente. Una donna semplice, ma Dessì.fedoranello stesso tempo una grandissima artista. Una perdita enorme per l’opera, afferma il baritono Massimiliano Fichera.
Ho lavorato con Daniela in “Madama Butterfly” e “Fedora“, signora sulla scena sempre attenta al gusto interpretativo anche come regista. In “Fedora” ha riportato l’immagine della primadonna con la delicatezza vocale che l’ha sempre distinta. Sul palcoscenico e nelle prove era rigorosa e pretendeva giustamente rispetto, poi si scioglieva umanamente nelle pause e diventava amabile. La sua voce era duttile, incline sempre al legato mai all’urlo o al declamato: aveva una dolcezza che faceva intuire Dessì-marcu1come interiormente non fosse affatto primadonna, ma creatura fragile, dichiara il baritono Sergio Bologna.
È troppo duro. Sono sconvolta e sotto shock. Era veramente una persona meravigliosa ! Un essere umano vero, autentico, pieno di amore e pragmatico allo stesso tempo. Se l’avevi come maestra diventavi praticamente suo figlio. Non eri un semplice allievo poiché era come una mamma protettiva e comprensiva. Ti donava sempre tutto il suo tempo e il suo amore senza aspettarsi nulla in cambio. Il tutto avveniva in un modo molto pratico, non solo con le parole. Ascoltava i miei sfoghi e le raccontavo tutti i miei problemi, esprimendo interesse e comprensione. Dopo aver parlatoDessì-marcu2 con lei, mi sembrava che le matasse si sciogliessero e mi sentivo più leggera. Non mi commiserava dicendo, come spesso si fa, “poverina o mi dispiace o le solite cose che sono solo parole” ma interveniva offrendomi subito delle soluzioni. E la vedevi che pensava per giorni a quanto le avevo condiviso e, dopo del tempo, ritornava sulla questione con altre soluzioni, dandomi tutto il suo cuore! Era una donna fortissima, sempre gioiosa e scherzava, trasmettendo le verità in un modo unico e meraviglioso! Un artista favolosa e generosa: tutto quello che sapeva lo dava senza freni, aprendosi totalmente ai suoi allievi. Ciò non succede con tutte le cantanti maestre e sopratutto con quelle che sono ancora in carriera come lei. Era una donna piena di amore e tanto ma tanto intelligente: per questo poteva affrontare questo mondo con tanta serenità. È un enorme perdita, è un vuoto che non potrà mai essere riempito da nessuno, mai! Che Dio la tenga nella Sua gloria, afferma il soprano Mihaela Marcu.

DSC_0390.dessìPurtroppo non ho avuto mai avuto occasione di cantare con Daniela ma ho un bellissimo ricordo di lei. L’ho ascoltata per la prima volta nel 1998 in un concerto in diretta dalla piazza del Duomo di Lecce, per un programma sulle Eroine Pucciniane e rimasi folgorato dalla sua tecnica, dal pregevole timbro e dalle dinamiche che riusciva a trasferire nella musica.
L’anno dopo ho lavorato come comparsa al Teatro Comunale di Bologna, per guadagnare qualcosa e mantenermi negli studi: lei era la protagonista indiscussa di una “Tosca” dal temperamento sanguigno, bellissima da vedere anche in scena. Poi ci siamo rincontrati in altre occasioni e oltre alla grandezza dell’artista venne fuori anche la simpatia di una donna solare e piena di voglia di vivere, dichiara il baritono Vittorio Prato.

Tosca_AteneNon ho conosciuta personalmente la signora Dessì, però ero a Torre del Lago durante la sua ultima “Tosca” l’anno scorso. L’ultima vera diva come quelle di una volta. Ogni recita, quando entrava dopo il “Mario Mario”, riceveva un applauso fragoroso, un saluto dal pubblico super accogliente con lei. Tutti l’amavano e l’aspettavano. E l’applauso a scena aperta era inevitabile. Un’emozione grandissima ogni recita. Non le dico al “Vissi d’arte” quale atmosfera si creava: non volava una mosca, un religioso silenzio. È stato uno shock per tutti. Tutto così rapido, improvviso. Un’artista, una grande cantante che se ne è andata troppo presto, un soprano che ci poteva regalare ancora tante e tante interpretazioni meravigliose. L’aspettavamo per il “Don Carlo” a Genova e invece… Sicuramente tutti sentiremo la sua assenza, afferma il baritono Stefano Marchisio.

Un piccolo omaggio a una grande artista a cui auguriamo un buon viaggio, sapendo che la sua arte rimarrà per sempre attraverso i suoi insegnamenti e le sue incisioni…

Annunziato Gentiluomo

 

[Fonte delle immagini: Aida © Giancarlo Lelj, Genova, Teatro Carlo Felice 2012 © Marcello Orselli, Genova, Norma © Giancarlo Lelj, Teatro Comunale, Bologna – 2008, Teatro Carlo Felice – 2010, Opéra Royal de Wallonie, Liegi – 2011, Festival Pucciniano, Torre del Lago, 2014 © Giorgio Andreuccetti, Teatro Herodion, Atene – 2012]

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