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“Ex chimico, Primo Levi e il suo secondo mestiere” al Teatro Gobetti

“Ex chimico, Primo Levi e il suo secondo mestiere” al Teatro Gobetti

Martedì 27 novembre 2018, alle ore 19.30, debutta al Teatro Gobetti per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale EX CHIMICO Primo Levi e il suo secondo mestiere un’idea di Sonia Bergamasco – regista e interprete – dall’opera di Primo Levi (pubblicata da Giulio Einaudi Editore). Lo spettacolo, che resterà

Teatro Verdi Pordenone - Sonia BergamascoMartedì 27 novembre 2018, alle ore 19.30, debutta al Teatro Gobetti per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale EX CHIMICO Primo Levi e il suo secondo mestiere un’idea di Sonia Bergamasco – regista e interprete – dall’opera di Primo Levi (pubblicata da Giulio Einaudi Editore). Lo spettacolo, che resterà in scena al Gobetti fino al 2 dicembre, è prodotto da Orlando 28 e Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone, in collaborazione con Einaudi e Centro internazionale Studi Primo Levi. Sonia Bergamasco si ci introduce con semplicità sul palco: Due sedie, un filo teso da quinta a quinta per cucire insieme, dall’opera di Primo Levi, storie e frammenti di storie che danno vita a un ritratto teatrale. Dal ritmo spericolato delle interviste immaginarie, ai racconti fantastici, dalle trascrizioni di sogni e incubi, alle “fotografie” di un passato che si incide nella Storia, la scrittura limpida e affilata di Levi si stacca dalla pagina scritta e prende corpo nello spazio, con naturalezza e vigore, come l’esito felice di una reazione chimica andata a buon fine. Molecole essenziali di un organismo complesso, ciascuna delle parti rimanda alla visione d’insieme. Microcosmo che contiene il macrocosmo. Il testimone dell’Olocausto lascia spazio allo scienziato dallo sguardo limpido e visionario, nello spettacolo che Sonia Bergamasco dedica allo scrittore torinese, a cento anni dalla nascita. Un monologo che porta alla luce racconti fantastici e fantascientifici, poco noti al grande pubblico, dell’autore di Se questo è un uomo. Sola in scena, davanti a una tavola imbandita con il bianco dei fogli, Sonia Bergamasco dà corpo e voce a un Primo Levi inconsueto. Dal ritmo spericolato delle interviste immaginarie, ai racconti fantastici, dalle trascrizioni di sogni e incubi, alle “fotografie” di un passato che si incide nella Storia, la scrittura limpida e affilata di Levi si stacca dalla pagina scritta e prende corpo nello spazio, con naturalezza e vigore, come l’esito felice di una reazione chimica andata a buon fine. Molecole essenziali di un organismo complesso, ciascuna delle parti rimanda alla visione d’insieme. L’autore di Se questo è un uomo e di La tregua – di cui nel racconto di scena risuonano alcuni brani – ma anche l’osservatore instancabile della raccolta intitolata L’altrui mestiere, il narratore sorprendente e spericolato de L’ultimo Natale di guerra e, infine, il poeta. Nello spettacolo Ex chimico, il testimone dell’Olocausto lascia spazio al tecnico, che utilizza i suoi strumenti di laboratorio per creare visioni, invenzioni linguistiche e letterarie. Un omaggio al suo “primo” mestiere, quello di chimico («La chimica è l’arte di separare, pesare e distinguere – scrive Levi – tre esercizi utili a chi si accinge a descrivere fatti o a dare corpo alla propria fantasia») attraverso la scrittura asciutta e allo stesso tempo commovente di Primo Levi, che l’attrice restituisce al pubblico con la consueta intensità. «Ho sempre pensato che il mio modello letterario non è né Petrarca né Goethe, ma è il rapportino di fine settimana, quello che si fa in fabbrica o in laboratorio, e che deve essere chiaro e conciso, e concedere poco a quello che si chiama il “bello scrivere”», sostiene ironicamente lo scrittore in un’intervista. Un lungo tavolo da lavoro, due sedie, un filo teso da quinta a quinta per cucire insieme, dall’opera dell’autore torinese, storie e frammenti di storie che danno vita a un ritratto teatrale. Sonia Bergamasco celebra la grandiosità di Levi scrittore: La sapienza gentile della sua scrittura ci fa accedere ad una visione della complessità mai toccata dal cinismo, ma anche alla rappresentazione dell’indicibile attraverso una prosa nobile e senza trucchi, che aderisce allo sguardo curioso e inquieto di un uomo in cerca di storie. E prosegue: Le parole aderiscono senza sbavature al ritmo dei personaggi e consegnano vicende concrete, umanissime, verosimili anche laddove l’autore sceglie la strada della più sfrenata fantasia e approda alla fantascienza. E qui, attraverso il teatro, lo si celebra, si fa risuonare la sua voce e si consegna al pubblico un inestimabile tesoro di scrittura vivente.

Redazione ArtInMovimento Magazine

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