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Il bis di “Macbett” diretto da Sandro Calabrò al Piccolo Teatro Comico di Torino

Come già annunciato domenica 8 maggio 2016, alle ore 21, presso il Piccolo Teatro Comico, sito in via Mombarcaro 99, a Torino, la Compagnia Ideateatro porterà in scena nuovamente Macbett di Eugene Ionesco, dopo il grande successo del 30 aprile al Teatro Giulia di Barolo. La pièce è diretta da Sandro Calabrò, coadiuvato da Giorgio Fissore e Maria Occhiogrosso, mentre

MACBETT_posterCome già annunciato domenica 8 maggio 2016, alle ore 21, presso il Piccolo Teatro Comico, sito in via Mombarcaro 99, a Torino, la Compagnia Ideateatro porterà in scena nuovamente Macbett di Eugene Ionesco, dopo il grande successo del 30 aprile al Teatro Giulia di Barolo. La pièce è diretta da Sandro Calabrò, coadiuvato da Giorgio Fissore e Maria Occhiogrosso, mentre il testo è adattato da Leonardo Gazzola. In scena nei ruoli principali ricordiamo Maria Occhiogrosso, Sandro Calabrò, Massimo Moretta, Maria Elvira Rao, Paolo Agazzi, Paolo Arnetoli, Matteo Avataneo, Guglielmo Pavani e Malvyna Lasepo, attori che saranno affiancati da Cesare Succo, Arianna Zucco, Gianna Pomero, Samuele Maritan, Andrea Consolaçao Da Silva, Alessia Pascali, Paola Di Bernardo, Dorella Apa, Antonello Preteroti e Annunziato Gentiluomo.

In una inverosimile epoca Medieval-Napoleonica, con sortite nei giorni nostri, Ionesco dà nuova vita a un testo comico e grottesco che trae spunto dal Macbeth Shakespeariano, per sviluppare poi un linguaggio originale. In azioni rapide, cupidigia e violenza si stringono in un girotondo mortale e gli sciocchi sono vinti dai superbi, che a loro volta diventeranno sciocchi. I personaggi, in “Macbett”, sono, infatti, intercambiabili: l’atto politico generato dall’ambizione sbocca nella violenza e viceversa. Battaglie, incoronazioni, doppie identità scandiscono l’azione, ma il dialogo è stravolto dall’assurdo: i personaggi sono completamente indifferenti agli eventi, che siano di cieca violenza o di ordinaria quotidianità. E come se niente fosse, la storia e la vita sembrano destinate a un’eterna coazione a ripetere. È la tragedia sulla cupidigia del potere, e su come questa sia presente, in forma più o meno occultata, in ciascuno di noi, spiega il regista Calabrò.
E, in conclusione, l’allestimento pone agli spettatori con forza una domanda: sono gli uomini a regnare sugli avvenimenti o sono gli avvenimenti che regnano sugli uomini?
I posti disponibili sono veramente pochi. Affrettatevi! Da non perdere!
Redazione di ArtInMovimento Magazine

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