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La rarissima Pia de’ Tolomei al Teatro del Giglio di Lucca

La rarissima Pia de’ Tolomei al Teatro del Giglio di Lucca

Rappresentata al Teatro del Giglio nel 1837, anno della prima esecuzione assoluta, Pia de’ Tolomei di Gaetano Donizetti sabato 17 marzo, ore 20.30 torna sul palcoscenico lucchese dopo 181 anni, nel nuovo allestimento del Teatro Verdi di Pisa coprodotto con il Teatro del Giglio di Lucca e il Teatro Goldoni di Livorno, in collaborazione con

DSC00008Rappresentata al Teatro del Giglio nel 1837, anno della prima esecuzione assoluta, Pia de’ Tolomei di Gaetano Donizetti sabato 17 marzo, ore 20.30 torna sul palcoscenico lucchese dopo 181 anni, nel nuovo allestimento del Teatro Verdi di Pisa coprodotto con il Teatro del Giglio di Lucca e il Teatro Goldoni di Livorno, in collaborazione con Spoleto Festival USA. Dirige Christopher Franklin, giovane Maestro di vaglia, vincitore – fra gli altri– del prestigioso premio “Franco Ferrara” all’Accademia Musicale Chigiana di Siena, e di casa nei maggiori teatri lirici italiani e stranieri; la regia è di Andrea Cigni, anch’egli di solida carriera (fra i suoi impegni più recenti, l’inaugurazione della stagione di Catania con La Straniera di Bellini); scene di Dario Gessati, costumi di Tommaso Lagattolla, luci di Fiammetta Baldiserri. Nel cast Valdis Jansons nel ruolo di Nello della Pietra e Francesca Tiburzi in quello di sua moglie Pia; Marina Comparato interpreta Rodrigo; Giulio Pelligra è Ghino; Andrea Comelli l’eremita Piero; Silvia Regazzo è Bice, la damigella di Pia; completano il cast Claudio Mannino (Lamberto, antico familiare de’ Tolomei), Giuseppe Raimondo (Ubaldo, familiare di Nello), Nicola Vocaturo (il custode della Torre di Siena). Coro Ars Lyrica, Maestro del Coro Marco BargagnaPia de’ Tolomei, incentrata sul personaggio della nobildonna soave e pudica di cui scrive Dante nel canto V del Purgatorio (dove si trova il celeberrimo verso “Siena mi fè, disfecemi Maremma”), è storia di gelosia, morte e perdono, dove il contrasto tra la protagonista e i personaggi maschili principali si svolge all’interno di una giustapposizione più ampia e simbolica: affetti soavi e teneri per lei, violenza passionale e malvagità per gli altri. L’intera opera, del resto, vive di limpide simmetrie all’interno di una solida struttura drammaturgica, che conferisce forti significati espressivi alle forme musicali convenzionali. Composta da Donizetti su libretto di Salvatore Cammarano per il Teatro La Fenice di Venezia (debuttò però all’allora Teatro Apollo il 18 febbraio 2837 per la distruzione de La Fenice a causa di un incendio), Pia fu rivoluzionata dallo stesso compositore per il Teatro di Senigallia (estate 1837) e di nuovo rielaborata per il San Carlo di Napoli (1838). Lo spettacolo che andrà in scena a Lucca, come già a Venezia nella Stagione 2004/05, è allestito sull’edizione critica di Giorgio Pagannone, basata sulla versione veneziana con il finale primo di Senigallia. «La vicenda si svolge nel XIII secolo dopo Cristo – annota Andrea Cigni, regista dello spettacolo – ma non è una storia necessariamente ‘rappresentabile’ solo in quell’epoca. È un racconto che probabilmente vive di un’universalità tematica che ha attraversato i secoli, quella della moglie creduta fedifraga, uccisa dal marito ingiustamente. Il tutto si volge in Toscana, in quella terra di Siena ben presente nell’immaginario collettivo tra colline e città turrite e ricche di arte». Ecco così che la vicenda viene spostata tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, prima della 2^ Guerra Mondiale, in una Toscana descritta attraverso alcuni elementi scenici e con riferimenti alla cinematografia novecentesca. «Nella mia visione – spiega ancora Cigni – Pia è una donna dolce, amante dell’arte, amante della propria terra, innamorata del marito e sensibile ai doveri coniugali che rispetta in virtù di un sentimento puro. Vive proteggendo, nel corso di un’imminente possibile guerra che sta prospettandosi, alcuni capolavori dell’arte (specialmente toscana) di varie epoche, tele ed oggetti, che rappresentano proprio la sua amata terra». Un’opera da non perdere, che ha, come scrive nel suo saggio per il programma di sala Giorgio Pagannone, «una melanconia “che tocca il cuore”. In quest’opera – egli spiega – arriviamo a commiserare tutti i personaggi – Pia in primis, per il suo atroce e insensato sacrificio – perché tutti restano vittime del caso; o meglio, il caso ne mette a nudo tutte le fragilità, una volta innescato il meccanismo micidiale della gelosia. È come se, contemplandoli dall’alto, li vedessimo soli e chiusi nelle loro pene, ma non senza un brivido di umana partecipazione, grazie alla felicissima vena melodica di Donizetti». Sabato 17 marzo alle ore 18, nel ridotto del Teatro del Giglio, si terrà la presentazione dell’opera al pubblico a cura di Alberto Mattioli, firma del quotidiano La Stampa; l’ingresso all’incontro è libero e gratuito, fino a esaurimento posti. La Stagione Lirica del Teatro del Giglio è realizzata col sostegno del Ministero delle Attività Culturali e del Turismo, e con l’apporto determinante delle istituzioni locali – Regione Toscana e Comune di Lucca –, di Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e Fondazione Banca del Monte di Lucca, Lucar, CCH-Tagetik e Unicoop Firenze. Biglietti da 10 a 35 euro, in vendita online su www.teatrodelgiglio.it o alla biglietteria del teatro (tel. 0583465320 – email: biglietteria@teatrodelgiglio.it), aperta dal mercoledì al sabato con orario 10.30-13 e 15-18, e un’ora prima di ogni spettacolo.

Redazione Artinmovimento Magazine

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