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L’Armonia Nascosta di Mario Giansone, a Palazzo Paesana fino al 25 maggio

L’Armonia Nascosta di Mario Giansone, a Palazzo Paesana fino al 25 maggio

Riscoprire Mario Giansone: è con questo intento che il 21 aprile si è inaugurata a Torino presso Palazzo Saluzzo Paesana una retrospettiva del poliedrico artista torinese che fu pittore, grafico, orafo ma soprattutto scultore. La mostra “L’Armonia Nascosta”, promossa dall’Associazione Archivio Storico Mario Giansone e curata da Marco Basso, è un viaggio che attraverso le

Ideogramma grafico sul jazz 1960 circa tempera su cartoneRiscoprire Mario Giansone: è con questo intento che il 21 aprile si è inaugurata a Torino presso Palazzo Saluzzo Paesana una retrospettiva del poliedrico artista torinese che fu pittore, grafico, orafo ma soprattutto scultore. La mostra “L’Armonia Nascosta”, promossa dall’Associazione Archivio Storico Mario Giansone e curata da Marco Basso, è un viaggio che attraverso le pietre, i legni, i bronzi e un insieme di arazzi e dipinti rivela l’attività di un artista tanto grande quanto dimenticato.

La mostra, allestita negli spazi del Teatro e del Piano Nobile del settecentesco Palazzo Saluzzo Paesana, indaga l’armonia nascosta nelle opere. I temi dell’artista sono il jazz (proprio in questi giorni c’è il Torino Jazz Festival), espressione del dinamismo del suono e del ballo, la brutalità della guerra, il fascino Divenire divenuto 1963 pietra dura e onicedelle innovazioni tecnologiche del ‘900, i gatti, colti nell’eleganza delle forme, le donne, espressione di delicato intimismo. Un intimismo, quello di Giansone, che non di rado cede il passo a un percorso verso la spiritualità e la trascendenza, dando origine a straordinarie opere-riflessioni sulla fecondazione, l’ombra, la sala anatomica.

Nelle oltre 35 sculture, 50 quadri e 4 arazzi in cui si snoda il percorso de “L’Armonia Nascosta”, emerge l’estetica dell’artista, la ricerca puntuale di una coerenza formale, il dialogo con la materia, la transizione dall’informale al formale: un incastro di vuoti e pieni che genera un diverso ideale, sempre coerente, con luci e ombre che, diversamente direzionate, consentono alle sue opere di trasformarsi e apparire in costante evoluzione. La mostra arriva al culmine di un periodo di riscoperta dell’artista. Proprio negli stessi giorni dell’esposizione, dal 20 aprile al 20 maggio, il Gruppo Ersel di Torino presenta un altro omaggio a Mario Giansone, curato da Guido Curto: un insieme di pietre, marmi e quadri, dedicato a uno dei grandi temi dell’opera dell’artista. In Modern Jazz Quartet 1966 legno azobèoccasione del centenario della sua nascita, l’Istituto d’Arte Aldo Passoni (oggi Liceo artistico), dove tra il 1956 e il 1985 Giansone insegnò Plastica (ornato e figura modellata), e poi Disegno dal vero e Educazione visiva, gli ha dedicato una mostra conclusa a febbraio 2016. Di lui scrive un’allieva: “Statura media, taglia 46 slim, volto affilato, pelle olivastra, lineamenti da mediorientale, sguardo penetrante da falco che osserva e contemporaneamente legge l’anima del soggetto [..] Un maestro in grado di trasformare la realtà oggettiva, insegnando a trasferire l’osservato graficamente, a relazionare il vuoto con il pieno, a confrontarli per scoprirne coerenze formali e proporzioni, a diffidare della convenzionalità e degli stereotipi,[…], a non scendere a compromessi anche a costo degli insuccessi“.

La mostra “l’Armonia Nascosta” presso Palazzo Saluzzo Paesana è aperta fino al 25 maggio 2016; è a ingresso libero e rientra nel cartellone del Torino Jazz Festival. Con questa mostra, inoltre, si inaugura il teatro come nuovo spazio espositivo del palazzo.

“L’Armonia Nascosta”, retrospettiva su Mario Giansone
21 aprile-25 maggio
Teatro di Palazzo Saluzzo Paesana
Via Bligny 2, Torino
Apertura: 15.00- 19.00 Lun-Ven, 11.00 – 19.00 Sab – Dom
Chiusura: Martedì, eccetto il 26/04/2016 o su appuntamento
Ingresso libero
eventi@palazzosaluzzopaesana.it

Redazione ArtInMovimento Magazine
[Titoli delle opere in ordine di apparizione: Ideogramma grafico sul jazz, 1960; Divenire divenuto, 1963; Modern Jazz Quartet, 1966]

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