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“Nonne on the road”, alla conquista dell’America con la cucina italiana

“Nonne on the road”, alla conquista dell’America con la cucina italiana

Un libro di ricette itineranti, una piccola guida agli States visti sotto la lente d’ingrandimento del tema centrale del libro, ossia il cibo, con alcune riflessioni sulla società nel suo insieme. Questo è, in estrema sintesi, il libro “Nonne on the road” di Stefani Barzini, pubblicato da Guido Tommasi Editore. Scritto in modo semplice e

44319773_352296638839498_5963968677870043136_nUn libro di ricette itineranti, una piccola guida agli States visti sotto la lente d’ingrandimento del tema centrale del libro, ossia il cibo, con alcune riflessioni sulla società nel suo insieme. Questo è, in estrema sintesi, il libro “Nonne on the road” di Stefani Barzini, pubblicato da Guido Tommasi Editore.
Scritto in modo semplice e diretto, è un libro che si legge con curiosità e simpatia per le due protagoniste, l’autrice e la sua consuocera Paolina. Due nonne, donne over 60 da sole in America, per un coast to coast dai ritmi serrati, scanditi da una miriade di appuntamenti per tenere corsi di cucina. Proprio così, eventi e corsi di cucina italiana agli americani. Il racconto è un addentrarsi nelle contraddizioni di un popolo che ha con il cibo un rapporto non proprio idilliaco, ma che stravede per il cibo e la cucina italiani. Si vince facile, verrebbe da dire, ma Stefania Barzini ha una missione un po’ diversa: da amante della cucina, il suo intento è quello di far avvicinare i suoi “studenti” non solo al mangiare bene, ma di appassionarli anche alla preparazione del cibo. Giocare con pentole e ingredienti, divertirsi nell’atto creativo del cucinare, e poi abituarsi a un mangiare che non sia solamente ingurgitare energia per sopravvivere, ma un momento di socialità e di piacere a tutto tondo, in cui a essere nutrito non sia solo il corpo ma anche lo spirito.
è questa forse la differenza maggiore tra l’Italia e l’America” – scrive Barzini – “noi mangiamo con gioia, loro trattano il cibo come se fosse una medicina: basti pensare al Department of Food and Drugs Administration, l’ente che si occupa di cibo e di medicine allo stesso tempo. Da qui a credere che i supermercati possano diventare cliniche della salute il passo è brevissimo”. Si genera allora il paradosso di una società che sacrifica la qualità del cibo in nome della produttività, costringendo le persone a ritmi vertiginosi in cui non vi è tempo per fare la spesa o cucinare, ma poi è dedita al culto di pillole, erbe e bacche “miracolose” per integrare tutto ciò che il cibo ha perso nel processo di produzione e conservazione.
Stefania Barzini, nel viaggio raccontato in queste pagine, si muove abbastanza disinvolta in un Paese che conosce bene, avendoci vissuto diversi anni, trova conferme ma annota anche i cambiamenti, incontra vecchi amici e soprattutto cerca di aprire delle crepe, degli spiragli, di invogliare i propri interlocutori a cambiare un po’ il proprio approccio con il cibo e l’alimentazione. Ci riuscirà alla fine? Non è dato saperlo con certezza, ma non ci si può che augurare di sì.
Le ricette sono inserite alla fine di ogni tappa, e comprendono i piatti proposti per ogni evento, più le specialità locali apprezzate dalle due protagoniste. Così si trovano l’una a fianco all’altra le ricette del burrito e delle busiate con il pesto trapanese, degli gnocchi alle susine e del Neua Nam Tok, delle Buffalo Wings e delle polpette di pesce spada, in una sorprendente carrellata multiculturale che fa venire voglia di assaggiare tutto, ma soprattutto di mettersi ai fornelli.
Un messaggio forse non esplicito di questo libro, ma che a chi scrive è parso evidente, è che non sia davvero mai troppo tardi per realizzare un sogno, piccolo o grande che sia. Decidere di fare un viaggio come quello raccontato è una piccola follia che solo la spinta di una grande passione è in grado di sostenere, ed è quella passione che l’autrice ha coltivato per tutta la vita, facendola diventare il proprio lavoro.
Stefania Barzini ha una scuola di cuina a Roma, che si chiama “Tutti a scuola con folle casseruola”; insegna scrittura creativa in master e corsi di giornalismo enogastronomico e ha collaborato, tra gli altri, con il Gambero Rosso; negli anni in cui ha vissuto negli Stati Uniti ha tenuto corsi di cucina e si è occupata di eventi per la promozione della cultura italiana, in cui il cibo era sempre l’elemento chiave.
Con Guido Tommasi Editore ha già pubblicato altri quattro volumi (li trovate qui), mentre on line trovate anche il suo blog www.follecasseruola.com

Chiara Trompetto
[immagini: pagina facebook NONNE on the ROAD]

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