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Salone del Gusto e Terra Madre 2014: Carlin Petrini “Non siamo mugne quacie”

Salone del Gusto e Terra Madre 2014: Carlin Petrini “Non siamo mugne quacie”

Comincia con un filmato tratto dalla puntata di Ambiente Italia del 30 novembre 1996 la presentazione dell’edizione 2014 del Salone del Gusto e Terra Madre, l’edizione contraddistinta dal 10: dieci anni di Terra Madre, dieci edizioni del Salone che, dal 1996 si ripropone puntuale ogni due anni l’ultimo fine settimana di ottobre. Un percorso visionario

Comincia con un filmato tratto dalla puntata di Ambiente Italia del 30 novembre 1996 la presentazione dell’edizione 2014 del Salone del Gusto e Terra Madre, l’edizione contraddistinta dal 10: dieci anni di Terra Madre, dieci edizioni del Salone che, dal 1996 si ripropone puntuale ogni due anni l’ultimo fine settimana di ottobre. Un percorso visionario e solido che partiva diciotto anni fa con L’Arca del Gusto, il progetto volto a difendere dalla scomparsa i prodotti alimentari di qualità: un patrimonio straordinario di frutta, verdura, razze animali, formaggi, pani, dolci, salumi, un punto di partenza per valorizzare questi prodotti che vanno comprati, mangiati e raccontati per sostenere i produttori.

Quindi il viaggio, con il debutto dei primi novanta Presidi Slow Food nel 2000, l’inserimento dei Laboratori del Gusto nel 2002, la nascita di Terra Madre nel 2004, la caratterizzazione di “Buono, Pulito e Giusto” nel 2006, l’arrivo dei Musicisti delle comunità nel 2008, l’anno del primo record di visitatori: 180.000, da non credere. Invece la visione non era ancora completa, le comunità serrano i ranghi della collaborazione, con un’edizione che raccoglie 200.000 visitatori, l’edizione del 2010 entra nella trattazione politica, propone soluzioni per la crisi globale: nasce il progetto di 1000 Orti in Africa. Con il 2012 Terra Madre e Salone del Gusto si coagulano in un unico grande evento, partecipano 220.000 persone, gli espositori arrivano da oltre 120 paesi di tutto il mondo, si realizza il primo grande evento a bassissimo impatto ambientale e il progetto Orti in Africa si assesta su un numero eccezionale: 10.000.

Quello che qualche ingenuo pensatore aveva scambiato, anni fa, per un grande evento gastronomico, è diventato uno degli appuntamenti culturali più importanti al mondo e quest’anno dal 23 al 27 ottobre si ricomincerà.

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A raccontare il progetto è Gaetano Pascale, neo presidente di Slow Food Italia, che spiega i due filoni tematici di quest’anno: «Al centro della scena del Salone del Gusto e Terra Madre c’è la salvaguardia della biodiversità, purtroppo sempre più a rischio. Un esempio su tutti: nel mondo ci sono oltre 30.000 piante commestibili, ma solo 30 forniscono il 90% del nostro fabbisogno energetico». Altro tema fondamentale dell’edizione 2014 è l’agricoltura familiare, a cui la Fao ha dedicato quest’anno. «Questo tipo di agricoltura dà l’opportunità di incentivare le economie locali e la sostenibilità delle comunità, restituendo il ruolo centrale al contadino, troppo spesso messo da parte da una meccanizzazione e industrializzazione eccessiva», conclude Pascale.

Per Piero Sindaco di Torino, Il Salone del Gusto e Terra Madre «hanno contribuito a cambiare negli anni la cultura del cibo sia a livello nazionale, sia internazionale, creando quel mutamento culturale che fa sì che oggi milioni di persone guardino in modo diverso a ciò che mangiamo». Quindi l’inevitabile richiamo all’Expo 2015 di Milano, i cui temi nutrizione e cibo, ricalcano, guarda guarda, i temi cari a Slow Food: «Torino è la grande città più vicina a Milano, l’Expo sarà l’occasione unica per mostrare le eccellenze di Torino e del Piemonte», conclude Fassino.

Infine Carlin Petrini che ricorda a tutti come nel 1996 ci fosse un’altra Italia, il mondo del cibo fosse molto diverso e ricorda la fatica di confrontarsi con le istituzioni, mentre saluta Ghigo, allora presidente della Regione Piemonte:«Allora non passava per la capa di nessun politico del mondo prestare tanta attenzione al cibo, si pensava che il Salone sarebbe stata l’ennesima fiera gastronomica».

Invece a Torino si ponevano le basi per un appuntamento politico che riguarda la tutela dell’ambiente, la difesa della biodiversità, il diritto dei contadini e degli allevatori a essere trattati bene, per curare un’economia in difficoltà. E’ entusiasmante pensare al percorso, non senza sforzi, che tutta questa “umanità umile” (così Petrini definisce il popolo di Terra Madre, da humus, terra fertile) compie per arrivare a questo appuntamento. Un’umanità che ha molto da insegnare, più di tanti maître à penser. Quindi la parentesi sull’Expo:«Da dove credete che abbiano preso l’idea?», provoca Petrini, prima di lanciarsi in un divertente battibecco in Piemontese con Fassino, «Da quando l’hanno presentato, si è trasformato in un evento che non ha nulla a che fare con il cibo, con la nutrizione e con il pianeta. Ma non scordiamoci che l’asso di picche è rappresentato da Terra Madre! Parteciperemo all’Expo in maniera critica perché questo evento non ha anima. Expo va trattato con determinazione, chi gli vuole bene non può stare zitto, ed è per questo che noi alziamo la voce andando controcorrente. Dobbiamo metterci l’anima, e questo significa garantire il diritto al cibo per tutti». Poi rincara:«Chi vuole bene all’Expo non può fare la mugna quacia (espressione Piemontese per “acqua cheta”, “faccia da immaginetta sacra”, recentemente utilizzata anche dal Papa ndr), noi parliamo di vita, di felicità, è pieno il mondo di iniziative che parlano di salsiccia e ricotta».

Non le manda a dire Petrini e si preannuncia una grande edizione di Salone del Gusto e Terra Madre, un’edizione da 10!

Elena Miglietti

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