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Un dittico ben riuscito con un giovanissimo cast e un brillante Marco Alibrando

Un dittico ben riuscito con un giovanissimo cast e un brillante Marco Alibrando

Un appuntamento, nel complesso, ben riuscito dell’Opera della Stagione 2022 del Teatro Coccia, esempio di sperimentazione e occasione per fare spazio al contemporaneo. Infatti, venerdì 28 Ottobre abbiamo assistito a una doppia rappresentazione, frutto del progetto DNA Italia: l’opera di Gioachino Rossini L’occasione fa il ladro, preceduta dalla nuova composizione in prima mondiale a firma di Joe Schittino, Valigie d’occasione.

IMG-20221027-WA0044Un appuntamento, nel complesso, ben riuscito dell’Opera della Stagione 2022 del Teatro Coccia, esempio di sperimentazione e occasione per fare spazio al contemporaneo. Infatti, venerdì 28 Ottobre abbiamo assistito a una doppia rappresentazione, frutto del progetto DNA Italia: l’opera di Gioachino Rossini L’occasione fa il ladro, preceduta dalla nuova composizione in prima mondiale a firma di Joe SchittinoValigie d’occasione. Un’esaltazione corale dell’opera buffa, caratterizzata certamente da una grande forza comunicativa e da un linguaggio sicuramente attualissimo. Un dittico convincente con chiari rimandi testuali e melodici del primo al secondo, e focalizzato comunque intorno al medesimo oggetto scenico: la valigia, espressione del viaggio, della trasformazione, della scoperta e, se vogliamo, dell’evoluzione, grazie al confronto col nuovo che si va a visitare. Abbiamo visto un incalzante incedere di Valigie d’occasione col libretto di Vincenzo De Vivo molto serrato che non IMG-20221027-WA0013lascia certo spazi alle ripetizioni, al rimarcare i concetti, aspetto decisamente presente in Rossini che nelle sue arie ricama, rilanciando frasi e pensieri.
Funzionali le eleganti scene di Matteo Capobianco che creano il giusto contesto al dipanarsi narrativo. Una scrivania, un clavicembalo per Valigie d’occasione e qualche dettaglio in più per L’occasione fa il ladro, dovuta ai cambi di scena e quindi ambientazione: dalla locanda alla casa di Don Eusebio. In questo mood scenicamente semplice, in un ludus teatrale, ovvero una grande cornice che delimita un palcoscenico nel palcoscenico, si innesta la regia di Matteo Mazzoni che è parsa pulita, attenta ai particolari, focalizzata sulla caratterizzazione dei personaggi-cantanti, mai messi in condizione di dover faticare per esprimersi vocalmente. Tanto i momenti solistici, quanto quelli corali contavano su uno IMG-20221027-WA0017spazio che si espandeva e si contraeva in base alla narrazione, emergendo o scomparendo, secondo necessità.
Il neo più grande è stata l’Orchestra Sinfonica Carlo Coccia che abbiamo trovato poco compatta con suoni spesso non precisi e a volte non precisi a livello di ingressi. Nonostante i limiti della compagine strumentale, Marco Alibrando è stato un nocchiere encomiabile: appassionato, vivace, preciso, ben preparato, valido sostegno pure per i cantanti. Spiace per lui e per la produzione tutta che i miracoli del maestro abbiamo reso appena più che sufficiente l’esecuzione orchestrale, mentre molto precisa si conferma l’esecuzione del Maestro Yiruy Weng al cembalo.
Passando, invece, al cast selezionato all’interno del giovani allievi del corso di RossiniLab – nato in seno al Conservatorio Cantelli di Novara sotto la guida del Docente Coordinatore Giovanni Botta – come interpreti, in collaborazione con IMG-20221027-WA0039l’Accademia dei Mestieri dell’Opera del Teatro Coccia – AMO, spicca fra tutti il soprano palermitano Chiara Maria Fiorani. La giovanissima interprete, appena venticinquenne, mostra una grande consapevolezza vocale: conosce il suo armonioso strumento e lo domina, muovendosi agilmente nella tessitura non sempre facile di Maria (Valigie d’occasione) e soprattutto in quella di Berenice (L’occasione fa il ladro). Una lama argentea ben proiettata, un luminoso squillo, un buon fraseggio, una tecnica solida e un’imponente verve scenica la rendono la stella della serata. Nei suoi occhi abbiamo intravisto l’amore per l’arte che mista alla determinazione e all’impegno le daranno le giuste soddisfazioni che merita: un vero esempio di bellezza mediterranea che riempie la scena.
Valida la prova di Semyon Basalaev che interpreta Giobatta nell’opera di Schittino e Martino in Rossini. La sua capacità attoriale, sorprendente e sempre pertinente, forse oscura un po’ la sua vocalità che è piena e nel registro medio si esprime IMG-20221027-WA0021con chiarezza e buono smalto. Avrebbe potuto osare di più nel ruolo rossiniano, soprattutto nella celeberrima aria Il mio padrone è un uomo.
Anche Matteo Torcaso nei panni de L’impresario di Valigie d’occasione Don Parmenione di L’occasione fa il ladro ha dato buona prova di sé. La sua è una voce rotonda, ben impostata e ben proiettata. Vanta un ottimo fraseggio e scenicamente è stato pertinente: crescendo sicuramente maturerà quella sicurezza che gli farà superare quel certo fare accademico ancora, a tratti, presenti in lui.
Nonostante abbiamo apprezzato le potenzialità del tenore cinese Tianxuefei Sun (Il maestro di musica nell’opera di Schittino e Conte Alberto in quella di Rossini), capace di muoversi agilmente nelle due partiture, raggiungendo con sicurezza IMG-20221027-WA0034e naturalezza acuti ragguardevoli, è risultato ai nostri occhi debole e macchiettistico dal punto di vista interpretativo, fortemente limitato nell’espressività della soavità della lingua italiana, al momento a lui aliena.
Il soprano Maria Grazia Aschei, interprete di Lucia in Valigie d’occasione e Ernestina ne L’occasione fa il ladro, non è stata sicuramente avvantaggiata dalla tessitura di quest’ultimo ruolo che non le ha permesso di sfoggiare il proprio registro acuto. IMG-20221027-WA0033Una ventenne, con una piacevole vocalità e convincente presenza scenica, che però ha da maturare in consapevolezza del suo strumento.
Nel complesso buona tanto vocalmente quanto scenicamente la prova di Davide Lando (Il padrone di casa in Valigie d’occasione Don Eusebio in L’occasione fa il ladro) che naturalmente esprime simpatia e arriva al pubblico.
Il progetto si è avvalso della collaborazione di IPSAS Aldrovandi Rubbiani – Sezione Moda per l’ideazione dei bellissimi costumi, con la supervisione nello studio di Silvia Lume, e rispetto all’opera di Joe Schittino, il soggetto porta la firma di Stefano Valanzuolo mentre il libretto quella di Vincenzo De Vivo.
Annunziato Gentiluomo

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