Ieri sera, 30 dicembre, presso il Cinema Teatro Nuovo Siderno, abbiamo assistito al Concerto di Fine Anno, proposto dalle Associazioni Palazzi In Mostra e Siderno 2030, eseguito dall’Orchestra Sinfonica La Nuova Verdi, diretta da Cettina Nicolosi e Andrea Francesco Calabrese. Un programma di tutto rispetto, equilibrato, con un crescendo di intensità e circolare in quanto
Ieri sera, 30 dicembre, presso il Cinema Teatro Nuovo Siderno, abbiamo assistito al Concerto di Fine Anno, proposto dalle Associazioni Palazzi In Mostra e Siderno 2030, eseguito dall’Orchestra Sinfonica La Nuova Verdi, diretta da Cettina Nicolosi e Andrea Francesco Calabrese.
Un programma di tutto rispetto, equilibrato, con un crescendo di intensità e circolare in quanto inizia e finisce con un’opera, passando dunque dal Preludio (Carmen) di Bizet al Nessun Dorma (Turandot) di Puccini.
Ben amalgamata, nella diversità, la direzione dei due maestri che hanno saputo valorizzare tutti gli orchestrali, controllando perfettamente i volumi, accarezzando con attenzione le partiture di tutti i brani, dando loro il perfetto movimento richiesto, passando da momenti di grande distensione sinfonica ad altri fortemente timbrati e veloci. Tanto il M. Nicolosi quanto il M. Calabrese hanno curato profondamente la relazione con i solisti della serata, il soprano Cristina Alviano e il tenore Davide Benigno, a sostegno di questi, consentendo loro di poter dare il meglio. Strumentalmente i momenti più intensi sono stati il Preludio (La traviata) di Verdi, l’Intermezzo (Cavalleria Rusticana) di Mascagni e Gabriel’s Oboe di Ennio Morricone, arricchito dalla coreografia sinuosa e graffiante eseguita da Elettra Loriga della Scuola di Danza Dionysos: sarebbero bastati queste tre esecuzioni per farci tornare a casa contenti, ma la serata è stata molto altro. Mi sembra doveroso inoltre fare un plauso alle prime parti, ovvero a Fulvio Puccinelli (spalla dei Violini primi), Domenico Lombardo (spalla dei Violini secondi), Rosario Arena (Viola) e Maria Chiara Arena (Violoncello).
Passando ai solisti, buona la prova del soprano Cristina Alviano, dotata di un belle vocalità, buona tecnica e una certa musicalità. Di lei abbiamo apprezzato particolarmente O mio babbino caro (Gianni Schicchi) di Puccini per il trasporto veicolato e per il buon fraseggio, e C’era una volta il West di Ennio Morricone per il modus intimista con cui l’ha marcato.
Il vero faro della serata è stato il tenore Davide Benigno che ci ha stupito per la sua versatilità nel muoversi dal pop melodico di Happy Christmas (War is over) di John Lennon ad alcune tra le pagine più complesse per il suo registro scritte da Puccini. Infatti ha vestito con grazia e assoluta dolcezza i panni di Mario Cavaradossi (Tosca), eseguendo E lucean le stelle con una perfezione maniacale, ricorrendo a dei filati impressionanti e a dei giochi chiaroscurali da grande artista; ed ha incarnato con veemenza e risolutezza il ruolo di Calaf (Turandot), facendo tremare il teatro col suo Nessun dorma, durante l’esecuzione della quale ha manifestato una tenuta di voce e uno squillo veramente impressionanti. Benigno vanta una lama luminosa, un perfetto fraseggio, padroneggia la tecnica del belcanto italiano in modo consapevole ed è capace di muoversi dal registro centrale a quello acuto con estrema agilità. Queste sue doti e il cuore vibrante che veicola cantando, capace di emozionare e far venire i brividi, lo hanno giustamente confermato, ai nostri occhi, la star della serata.
In sintesi ieri, si sono consumati circa settanta minuti di grande musica davanti a un pubblico grato per la bellezza che stava ricevendo, che ha risposto all’invito degli organizzatori, generando un sold out significativi per la Locride, bisognosa di armonia e di momenti nutrienti come questo.
Che sia l’inizio di una nuova tradizione che riporti nella Locride il Concerto di Fine Anno…
Annunziato Gentiluomo
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