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Da domani “Carmen” a Genova con un cast impressionante

Da domani “Carmen” a Genova con un cast impressionante

La Stagione Lirica dell’Opera Carlo Felice Genova prosegue con l’ottavo titolo d’opera in cartellone, ovvero Carmen – opéra-comique in quattro atti di Georges Bizet su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy dalla novella di Prosper Mérimée – che sarà in scena da domani, venerdì 16 maggio alle ore 20.00 (turno A). Il maestro concertatore

La Stagione Lirica dell’Opera Carlo Felice Genova prosegue con l’ottavo titolo d’opera in cartellone, ovvero Carmen – opéra-comique in quattro atti di Georges Bizet su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy dalla novella di Prosper Mérimée – che sarà in scena da domani, venerdì 16 maggio alle ore 20.00 (turno A).

Il maestro concertatore e direttore è Donato Renzetti; la regia porta la firma di Emilio Sagi, ripresa da Nuria Castejón; le scene sono di Daniel Bianco, i costumi di Renata Schussheim, le coreografie di Nuria Castejón e le luci di Eduardo Bravo. L’allestimento è della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma. L’Orchestra, il Coro, il Coro di voci bianche e i Tecnici sono dell’Opera Carlo Felice. Il maestro del Coro è Claudio Marino Moretti mentre è Gino Tanasini a istruire il Coro di voci bianche

A dare vita ai protagonisti dell’opera vi sono: Annalisa Stroppa /Caterina Piva (Carmen), Francesco Meli /Amadi Lagha (Don Josè), Luca Tittoto /Abramo Rosalen (Escamillo), Giuliana Gianfaldoni /Angela Nisi (Micaëla), Vittoriana De Amicis (Frasquita), Alessandra Della Croce (Mercédès), Luca Dall’Amico (Zuniga), Armando Gabba (Le Dancaïre), Saverio Fiore (Le Remendado) e Paolo Ingrasciotta (Moralès).

Lo spettacolo sarà in replica sabato 17 maggio alle ore 20.00 (turno L), domenica 18 alle ore 15.00 (turno C), venerdì 23 alle ore 20.00 (turno B), sabato 24 alle ore 15.00 (turno F) e domenica 25 alle ore 15.00 (f.a.*)

Carmen di Georges Bizet venne composta tra il 1874 e il 1875 per l’Opéra-Comique di Parigi, dove Bizet stesso curò la preparazione dell’allestimento durante i mesi di prove, continuando a rimaneggiare la partitura fino alla prima del 3 marzo 1875. La lavorazione continuò anche in seguito, e il compositore produsse una versione senza le canoniche sezioni parlate/recitate dell’opéra-comique in vista di un allestimento viennese, dove il genere era poco frequentato, sostituendo le parti parlate con recitativi. L’edizione del 1877, oggi la più rappresentata, si attiene alla “variante viennese”. L’adattamento della novella vide diverse modifiche, tra cui l’introduzione del personaggio di Micaela e il maggior rilievo dato al torero Escamillo. La vicenda si svolge a Siviglia attorno al 1820, dove il militare Don José viene sedotto dalla zingara Carmen, allontanandosi dal suo mondo e avvicinandosi a quello di lei in una spirale di gelosia e illegalità che lo porterà ad uccidere lei e a consegnarsi infine ai gendarmi. Il potere seduttivo della protagonista costituisce il fulcro attorno al quale si muovono gli altri personaggi, e sarà anche il motivo del suo tragico destino. Carmen è un’eroina libera, voluttuosa ma determinata e profondamente insubordinata a qualsiasi imposizione. Bizet utilizza diversi espedienti compositivi che nell’insieme rendono Carmen un’opéra-comique decisamente aggiornata e rivolta alla contemporaneità, con riferimenti alle innovazioni di Verdi, Wagner e del verismo italiano.

«Georges Bizet sarebbe oggi felice di sapere quanto la sua Carmen sia tra le opere più amate e rappresentate al mondo! Lui che, all’indomani dell’insuccesso della prima avvenuta nel 1875 a Parigi, cadde in una depressione che lo condusse alla morte, forse per suicidio. Bizet sarebbe sorpreso di leggere che il primo a decretare il successo dell’opera fu il pubblico viennese che, nello stesso anno della sua morte, comprese appieno la forza e l’evoluzione della partitura all’interno del genere opéra-comique. Le critiche iniziali rivolte all’opera di Bizet, a parte quella dei benpensanti di un eccesso di volgarità, furono quelle di una certa parsimonia nelle melodie», commenta Donato Renzetti.

«Libera è nata e libera morrà! Questa frase pronunciata da Carmen stessa nel duetto finale dell’opera, a mio avviso, riassume la filosofia della geniale composizione del maestro Bizet, basata sulla novella omonima di Prosper Mérimée. Carmen non è un’opera che racconta gli amori di una donna frivola e volubile. Narra piuttosto un tratto di vita di una donna con le idee molto chiare sulla propria vita basata sulla libertà, parola che viene ripetuta molte volte durante la rappresentazione. L’ambientazione andalusa dell’opera diventa molto importante in quanto la musica del maestro Bizet è piena di arie spagnole. Sembra davvero impossibile pensare che non conoscesse la Spagna. Per questo motivo credo sia importante che gli elementi folclorici di tutta l’opera così come la spettacolarità dell’ingresso dei toreri nella Plaza de toros di Siviglia conservino la purezza di un ambiente festivo in cui si matura una enorme tragedia, una lotta feroce tra due forme completamente differenti di concepire la vita, proprio come l’incontro tra il toro e il torero che deve concludersi con la morte dell’uno o dell’altro», conclude Emilio Sagi.

Ci sono tutti gli ingredienti per un meraviglioso spettacolo…

Francesco Romeo

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