Abbiamo avuto l’onore di ritornare al Teatro Regio di Torino per gustare nuovamente Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai, martedì 21 ottobre e, con una seconda visione, quanto proposto dalla nostra recensione è stato tutto confermato. Maniacale la caratterizzazione dei personaggi curata da Andrea Bernard, il suo curare la gestione degli spazi e delle diverse cornici di relazioni tra gli
Abbiamo avuto l’onore di ritornare al Teatro Regio di Torino per gustare nuovamente Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai, martedì 21 ottobre e, con una seconda visione, quanto proposto dalla nostra recensione è stato tutto confermato.

Maniacale la caratterizzazione dei personaggi curata da Andrea Bernard, il suo curare la gestione degli spazi e delle diverse cornici di relazioni tra gli attori in scena, e interessante l’uso dei simboli.

Leggiadre e suadenti le coreografie Marta Negrini; minimal e al contempo efficaci le scene presenti, curate da Alberto Beltrame; semplicemente splendidi i costumi di Elena Beccaro; e sempre pertinenti le luci di Marco Alba, funzionali alla messinscena.

Andrea Battistoni si conferma grande e indiscusso protagonista della recita, superbamente appassionato e magistralmente coinvolgente.

Opportuno e compatto risulta il Coro del Regio di Torino istruito dal maestro Ulisse Trabacchin.

Barno Ismatullaeva si conferma una superlativa Francesca, rasentando la perfezione in termini di emissione e vis interpretativa.
Marcelo Puente caratterizza a suo modo il personaggio di Paolo, risultando molto differente dal collega Roberto Alagna. Sicuramente più sanguigno, impulsivo ed energico, Puente si caratterizza per un’interessante linea di canto, per un buon fraseggio e per un buon gioco di modulazione di emissione vocale. La sua prestanza fisica si impone in scena con furore e coerenza. A volte avremmo desiderato una maggiore proiezione del suono anche se comunque la sua prova risulta assolutamente valida.
Rotondo e vigoroso si conferme il Gianciotto di George Gagnidze, e magistrale l’interpretazione di Matteo Mezzaro nei panni di Malatestino.
Valida e perfettamente nel ruolo Valentina Boi (Samaritana), molto interessante anche Devid Cecconi (Ostasio), e leggiadre e poetiche, dotate di magnifici colori di voce, Valentina Mastrangelo (Biancofiore), Albina Tonkikh (Garsenda), Martina Myskohlid (Altichiara) e Sofia Koberidze (Donella)
Notevole la performance di Silvia Beltrami (Smaragdi), di impatto il giullare di Janusz Nosek e regolari e sempre nella parte Enzo Peroni (Ser Toldo), Daniel Umbelino (Il balestriere) ed Eduardo Martínez (Il torrigiano).

Possiamo solo ripeterci nella sintesi giacché è stata un’intensa e liricamente vibrante versione di Francesca da Rimini, un capolavoro che ho avuto il piacere di rivedere accanto a una delle persone a me più chiare che si stupiva davanti a tanta meraviglia…
Annunziato Gentiluomo


















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