Italia e Germania, in campo ieri sera a Bordeaux. Mezza Europa davanti ai teleschermi, nei locali, nelle piazze, per il match più atteso di questi quarti di finale. La mia partita l’ho vista a Monaco di Baviera, da italiana appena trasferita in Germania. Un classico: locale italiano, gruppo di italiani e qualche tedesco, solo alcuni
Italia e Germania, in campo ieri sera a Bordeaux. Mezza Europa davanti ai teleschermi, nei locali, nelle piazze, per il match più atteso di questi quarti di finale. La mia partita l’ho vista a Monaco di Baviera, da italiana appena trasferita in Germania. Un classico: locale italiano, gruppo di italiani e qualche tedesco, solo alcuni spagnoli a gufare contro di noi, reciproco silenzio durante gli inni nazionali, mentre gli altri cantano, bandiere e magliette di rito. Si è capito fin dalle prime battute che la partita sarebbe stata lunga e faticosa, e ci si è attrezzati con del buon vino per accompagnare da lontano i ragazzi di Antonio Conte. Per tanti, il clima che si genera dal seguire la Nazionale di calcio è un fuoco primordiale intorno al quale si fanno incontri, si inanellano parole, racconti. Il racconto più bello di ieri sera forse è quello di tre amici di Aversa, insieme per un weekend programmato da mesi e capitato proprio con una partita così. Uno dei tre vive qui, uno a L’Aia, l’altro in Italia, e per loro era già una festa essersi ritrovati. Una festa bellissima, al di là di ogni risultato possibile: questo è stato, e io li ringrazio per la bella immagine che mi hanno lasciato negli occhi e nella memoria.
Dopo il primo tempo sembrava di sentire la stanchezza dei giocatori, perché tutto si può dire ma non che sia stata una partita non giocata, anzi, è stato un incontro intenso, sia fisicamente che emotivamente, sia per la nostra Nazionale, che ha iniziato il torneo da sfavorita, che per i Tedeschi campioni del mondo in carica. Il goal della Germania ha rarefatto l’aria nel locale ma ha compattato gli animi e sincronizzato i battiti, da quel momento in poi si è diventati una sola voce, a ogni passaggio, a ogni occasione dall’una parte e dall’altra. Fuori, nel frattempo, smetteva di piovere su una città che sembrava anestetizzata. Il rigore trasformato da Leo Bonucci ha definitivamente fatto impazzire termometri e cronometri, il resto della partita è trascorso in un tempo che è sembrato infinito e i rigori, ancorché prevedibili, non hanno reso comunque onore a un match che tutti avremmo preferito vedere risolto in altro modo. Le due squadre si sono ipnotizzate e neutralizzate anche nei penalties, sbagliandone una quantità da record, quattro noi e tre loro. In tutto 18 tiri, dei quali confesso di averne voluti guardare la metà. Alla fine di tutto, giù il cappello per entrambi i portieri e disappunto per il rigore mancato di Pellè, il cui gesto di spocchia di mimare il “cucchiaio” davanti a Neuer, per poi sbagliare la realizzazione, ha fatto evaporare in un istante il ricordo delle due bellissime marcature nelle partite precedenti.
Sono rientrata verso casa osservando e ascoltando la città intorno a me festeggiare la vittoria, senza fretta ma anche senza particolare tristezza, perché poi per me è davvero solo un gioco. Nel piccolo della mia, della nostra serata, si può dire che la Nazionale ha centrato ancora una volta il suo risultato, facendoci stare insieme per qualche ora in più a condividere pensieri e emozioni, che non c’entravano solo con il calcio. A guardarla con un occhio un po’ più tecnico, la squadra italiana non ha demeritato, e ha disputato un torneo al di sopra di quelle che erano le aspettative e ieri sera ha sofferto la mancanza degli infortunati, De Rossi e Candreva su tutti. Sono state belle le parole di Alex Del Piero dagli studi di Sky, che a un Gigi Buffon affranto ha detto ” non so cos’altro fare, se non cercare di strapparti un sorriso […] Probabilmente ti toccherà disputare anche il prossimo mondiale, perché non possiamo vederti andare via in queste condizioni, per cui quella che era un’idea probabilmente dovrà diventare una promessa” e ha poi elogiato l’amico mentre venivano ritrasmesse le immagini della straordinaria parata su Gomez.
Io mi tengo stretta anche quelle dei tre amici di Aversa, che il loro Europeo, nel vero senso della parola, lo hanno vinto alla grande.
Chiara Trompetto
[Fonte delle immagini: uefa.com, figc.it]
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