Nel corso dello studio sui fiori e le loro proprietà, Bach individuò un gruppo di essenze capaci di sostenere e risolvere molti stati emozionali che noi oggi definiremmo di depressione e di disperazione. In verità ci sono diversi modi e vari motivi che portano l’uomo a provare queste emozioni negative che fra l’altro sono purtroppo
Nel corso dello studio sui fiori e le loro proprietà, Bach individuò un gruppo di essenze capaci di sostenere e risolvere molti stati emozionali che noi oggi definiremmo di depressione e di disperazione. In verità ci sono diversi modi e vari motivi che portano l’uomo a provare queste emozioni negative che fra l’altro sono purtroppo molto frequenti.
Larch o Larice è il fiore per quelle persone che per paura di fallire non rischiano mai, convinti di essere di poco valore, a differenza di Cerato che invece svaluta la propria capacità di giudizio e si rivolge agli altri. Uno dei sintomi presenti in queste persone è l’impotenza che puntualmente si risolve con la somministrazione dell’essenza. Costoro ammirano il successo degli altri senza provare rabbia o risentimento. La fiducia nelle proprie capacità è la base per il successo in ciò che intraprendiamo e questo fiore è spesso di grande aiuto ai bambini alle prime esperienze con la scuola.
Una sfiducia molto più profonda e totale, che Bach chiama la buia notte dell’anima è lo stato emozionale che risuona con Sweet Chestnut o Castagno dolce. È come toccare veramente il fondo e per tale motivo sua caratteristica è non durare a lungo nel tempo. Viene così spesso sostituito da altre emozioni, come la disperazione senza lacrime di Gorse o la rassegnazione di Wild Rose o la via d’uscita violenta di Cherry Plum.
Un fiore che aiuta a rielaborare i traumi sia nel momento in cui li viviamo che di quelli passati e a volte rimossi è Star of Bethlehem o Stella di Bethlehem. Usato per i lutti e per tutte le situazioni che provocano profondo dolore interiore rimosse o non ascoltate, ci permette di collegare ciò che stiamo vivendo e ci affligge col trauma passato. Come un unguento che cura le ferite permette di liberarci dalle conseguenze del trauma in modo da poter prendere consapevolezza di altre emozioni che possono così essere accolte ed elaborate.
Amarezza, risentimento e rancore sono le parole chiave di Willow o Salice, pianta così diffusa anche nelle nostre regioni. Bach scrive in proposito: per quelli che hanno patito una avversità o disgrazia che difficilmente accettano senza lamenti e risentimento perché vedono la vita in funzione del successo. Sentono di non meritare una così grande prova e la ritengono ingiusta e si amareggiano arrivando anche a disinteressarsi delle cose che prima facevano volentieri.
Oak cioè la quercia è il fiore per chi lotta per grande senso del dovere però senza rendersi conto della stanchezza e dell’esaurimento. L’essenza arriva in aiuto migliorando le capacità di organizzazione ma anche la consapevolezza dei propri limiti. La contrattura delle spalle e del collo spesso scompare in queste persone con la somministrazione dell’essenza. Pine o Pino Silvestre è invece capace di ridare serenità a coloro che pur nel successo e della riuscita di quello che intraprendono chiedono sempre di più a sé stessi e si colpevolizzano anche di errori commessi da altri. Il colore rosa antico richiama al profondo senso di perdono a cui ci connette questo fiore. Distinguiamo lo stato del soggetto Pine da quello di chi si sente sempre in uno stato di vergogna e bassa autostima caratteristico di Crab Apple.
Infatti Crab Apple, fiore del Melo selvatico, è il rimedio per la depurazione in senso lato. È in grado di rimuovere tutte quelle idee che sporcano il campo della coscienza per riportare proporzione nel nostro modo di vedere le cose, ridare giusto valore a noi stessi, pulire il corpo e lo spirito. Il colore che meglio lo caratterizza nella sua frequenza è il bianco.
Elisa Ciani
[Fonti delle immagini: cure-naturali.it]
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