728 x 90

Il valore divulgativo del musical “Sogno di una Notte di Mezza Estate” al Monterosa di Torino

Il valore divulgativo del musical “Sogno di una Notte di Mezza Estate” al Monterosa di Torino

Del musical “Sogno di una notte di Mezza Estate”, proposto dall’Accademia dello Spettacolo giovedì 6 e venerdì 7 marzo, al Teatro Monterosa di Torino, abbiamo apprezzato molto la verve divulgativa in quanto grazie alla ben realizzata sceneggiatura si è potuto andare in profondità sull’opera e sull’intensità lirica di William Shakespeare. Inoltre la resa meta-teatrale era

Del musical Sogno di una notte di Mezza Estate, proposto dall’Accademia dello Spettacolo giovedì 6 e venerdì 7 marzo, al Teatro Monterosa di Torino, abbiamo apprezzato molto la verve divulgativa in quanto grazie alla ben realizzata sceneggiatura si è potuto andare in profondità sull’opera e sull’intensità lirica di William Shakespeare. Inoltre la resa meta-teatrale era perfettamente in linea con questo aspetto che ha sicuramente fatto breccia nei cuori degli studenti presenti alle matinée.


Quindi ottimo l’adattamento in musical di Mario Restagno; poco incisive e a tratti monotone, le musiche di Walter Orsanigo e Paolo Gambino, soddisfacenti le coreografie di Caroline Montes (USA); e, nel complesso, interessante la regia di Jon Kellam (USA) che, a nostro avviso, ha fatto troppo ricorso all’abbattimento della quarta parete. Era evidente l’intenzione registica di una maggiore fluidità tra il palco e la platea, resa fin dall’inizio, prima che lo spettacolo vero e proprio incominciasse, dalla presenza dei mimi – pipistrelli, che come maschere stereotipate accoglievano gli spettatori, interagendo, per lo più con lo sguardo, con ognuno degli accorsi, ma alla fine tale espediente così ripetuto dava un senso di troppo pieno e risultava prevedibile. Curata la fotografia del momento di passaggio dall’adolescenza alla giovinezza, a cui tutta la natura partecipa. Gli adolescenti scoprono laltro da sé, l’altro sesso, e percepiscono una propria diversità interna, nuovi moti che li agitano dovuti alla presenza di qualcuno che sprigiona energie che, a stento, si riescono a riconoscere. La fuga di Ermia e Lisandro nel bosco delle Fate rappresenta proprio questo viaggio nello sconosciuto, questo immergersi in nuove emozionalità e in nuove sperimentazioni.
Originale il ruolo delle fate, simile a quello del Coro greco: rappresentano l’energia che tiene legato il cosmo, la forza di attrazione che fa girare i pianeti e muovere gli esseri ad incontrarsi. Sono sempre insieme, cantano insieme ma sempre a due voci perché sono doppie, dicotomiche (positivo-negativo, ripugnanza-seduzione, attrazione-repulsione, maschile-femminile), e spiegano al pubblico il senso della storia da ricercarsi tra le rime dei loro testi. Sicuramente presenti, inoltre, un’estetica vivace e psichedelica, ispirata alla cultura hippie, e molto curioso l’uso del trucco bianco sui volti degli attori – che variava da applicazioni marcate per i contadini a tocchi magici e surreali per le fate – capace di riflettere i principi stilistici del Superdrama e di creare una certa coerenza visiva.

Andando al cast, sicuramente spiccano per vocalità, presenza scenica ed espressività gestuale Fabrizio Merlo che è Puck, il folletto servo di Oberon, e Riccardo Marangoni, nei panni di Bottom, uno dei componenti della compagnia teatrale che aspira a diventare un attore professionista.

Regolari le performance di Filippo Cataldo (Lisandro), Matilde Amato (Elena), Cecile Coquinot (Ermia), Pietro Pellegrino (Demetrio), Eva Giaccone (Titania), Filippo Pellegrini (Oberon), Nikla Onesti (Fata), Greta Simonetti (Fata), Sara Zanirato (Fata), Alice Cavazzini (Fata), Miriam Castiglione (Bifolco), Gloria Puglisi (Bifolco), Ivano Viberti (Bifolco), Suammy Bellini (Bifolco). Invece sempre nella loro parte e ben gestiti nello spazio i pipistrelli interpretati da Lorenzo Beltrami, Marta Marandola, Amanda Amador Silva, Giulia Schivalocchi, Erika Orsini, Federico Pilloni, Mohammed Madih Amir. I camei della produzione Gabriele Girondi (Egeo) e Daniela Freguglia (Regina Ippolita), evidentemente una spanna sugli altri.

Nel complesso un musical divertente e ben strutturato, in linea perfetta con le produzioni dell’Accademia dello Spettacolo.

Annunziato Gentiluomo

Posts Carousel

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Questo è il testo del banner.
Maggiori informazioni