Dettagli, corpi svestiti e rivestiti, il senso del pudore o abiti che valorizzano il corpo. “Fashion“, una grande mostra fotografica ideata e prodotta da National Geographic Italia ed esposta presso Palazzo Madama a Torino fino al 2 maggio, prova a ripercorrere, attraverso 62 immagini in grande formato realizzate dall’occhio di 36 artisti dell’obiettivo, un ipotetico
Dettagli, corpi svestiti e rivestiti, il senso del pudore o abiti che valorizzano il corpo. “Fashion“, una grande mostra fotografica ideata e prodotta da National Geographic Italia ed esposta presso Palazzo Madama a Torino fino al 2 maggio, prova a ripercorrere, attraverso 62 immagini in grande formato realizzate dall’occhio di 36 artisti dell’obiettivo, un ipotetico e affascinante percorso sul significato storico, antropologico e culturale dell’abbigliamento.
L’ornamento, l’esigenza e lo stile: tutto ciò che può ruotare intorno al mondo fashion prima, durante o dopo che arrivi sulle passerelle dell’alta moda. Allora è possibile perdersi, con la fotografia di Jodi Cobb, nei colori quasi ipnotici delle sete in movimento grazie alla danza di una modella alla sfilata di Hanbok; oppure rimanere intrappolati in quel mix di pudore erotico che emana l’opera di Chris Johns, quel fantastico primo piano della bocca di una geisha che mangia del tofu con le bacchette, a Kyoto. Può capitare di immergersi anche nella fotografia etnografica, come nell’immagine di LEHNERT & LANDROCK che ritrae una ragazza algerina, della tribù Ouled Nail, ornata con le monete d’oro della sua dote, oppure nell’opera di W.E. Garrett, nella quale viene ritratta una donna hmong con suo figlio e il copricapo tradizionale del Laos.
Un’esposizione davvero imperdibile, dove poter riflettere sul significato degli abiti e sull’estetica così raffinata delle opere.
Mirko Ghiani
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