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Una bella versione di “Pagliacci” circense a Torino

Una bella versione di “Pagliacci” circense a Torino

Ieri, venerdì 3 ottobre, è andata in scena la prima di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, inserito nella rassegna Opera Off, proposta dall’impresa Lirica Tamagno, in sinergia con Circo Madera, presso chapiteau del circo della Cascina Falchera di Torino, con un successo impressionante di pubblico. Sold out per la serata e viva partecipazione degli accorsi, compiaciuti e contenti, che si

Ieri, venerdì 3 ottobre, è andata in scena la prima di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, inserito nella rassegna Opera Off, proposta dall’impresa Lirica Tamagno, in sinergia con Circo Madera, presso chapiteau del circo della Cascina Falchera di Torino, con un successo impressionante di pubblico. Sold out per la serata e viva partecipazione degli accorsi, compiaciuti e contenti, che si son fatti sentire con fragorosi applausi.

Ieri si è potuta toccare con mano, da vicinissimo, la magia del metateatro. Un’occasione per pochi di poter godere di un dramma di tale pathos espressivo in un ambiente così ristretto, dove le voci liriche riescono a raggiungerti in modo netto ed evidente. Chiaramente dall’altro lato mancava quella risonanza acustica che i grandi teatri vantano, ma i protagonisti hanno saputo trovare il giusto modo per arrivare a toccare il cuore dei presenti, attivando un processo di immedesimazione naturale, caratteristico di questa opera, ma esacerbato da espedienti tecnici e scelte registiche, quali il posizionamento di Silvio in mezzo al pubblico, la presenza di un “sindaco” che ringraziava gli spettatori, stringendo loro la mano; l’intervento, fin da prima dell’inizio del dramma, dei circensi che, dopo un primo giro promozionale in un’ape, hanno interagito comicamente con gli spettatori, accogliendoli e facendo loro raggiungere il proprio posto. È stato un continuo coinvolgere, immergere e tenere alta l’attenzione del pubblico che si è sentito parte integrante del dramma che si andava consumando.

La regia, co-firmata da Alberto Barbi e Giuseppe Raimondo, ha saputo valorizzare ogni singolo anfratto dello chapiteau e il leitmotiv è stato appunto la vis circense, quella veracità, quella immediatezza e quella sinuosità che caratterizza acrobati e pagliacci del circo. Si sono quindi creati dei magnifici siparietti dove Silvia LaniadoRoberto Sblattero e Donatella Zaccagnino esprimevano la propria arte con ironia e competenza, alleggerendo la drammaturgia con grande eleganza, anche se non sono mancate delle vere e proprie interazioni loro con i solisti, come le coreografiche esibizioni sulla corda e sulla ruota, e i giochi con le cornici, che arricchivano la scena e riverberavano il vissuto emotivo dei protagonisti. Inoltre molto suggestivo il momento del trucco di Canio, con la truccatrice che entra in scena attraversando la valigia porta; la stessa ape che occupa il “palco”, diventando allegoria del viaggio simbolico di Nedda, che si libera del suo passato e delle relazioni tossiche e complicate con alcuni membri della compagnia (Tonio e Canio), ma forse di tutti i personaggi che vorrebbero, in qualche modo, emergere e vedere realizzati i propri sogni; e ben armonizzata la presenza del maestro che istruiva i due cori, Entela Kulla, diventata sindaco e quindi legittimata a essere dov’è. La regia si caratterizza altresì per una certa cura delle relazioni tra i protagonisti e dei movimenti scenici.

Un grande plauso va al M° concertatore è Giovanni Manerba che, a nostro avviso, ha fatto delle magnifiche acrobazie, gestendo, da una posizione defilata tutta l’orchestrazione dell’opera. Privo del necessario contatto visivo, ha saputo sviluppare una sagace comunicazione per far sì che tutto funzionasse. Dal punto di vista pianistico, valide le sue modulazione ritmiche e di potenza di suono, e impressionante la sua duttilità, anche nell’aprirsi ad altri suggestioni operistiche.
Nel complesso soddisfacente la prova del Coro lirico Francesco Tamagno e del coro di voci bianche dell’Istituto Comprensivo Caduti di Cefalonia.

Passando, invece, al cast, sicuramente spicca Walter Fraccaro che è stato un convincente Canio. La sua canna solida, la sua voce forte e ben proiettata, e la sua verve scenica così ricercata gli consentono di pennellare tutte le sfumature di questo complesso personaggio verista che, nonostante sia un uomo di potere, è pur sempre un vinto, una vittima dell’esistenza, umiliato dal fatto di non essere ricambiato dalla donna per cui aveva dato tutto e che aveva accolto fin da piccola. Profonda la sua esecuzione di Vesti la giubba dove arriva a dei crescendo veramente intensi.

Jung Jaehong interpreta egregiamente Tonio con uno spessore vocale notevole e con un vis drammatica veramente intensa. Rende bene la perversione e la cattiveria del personaggio: talmente sgorbio e perfido da portare Nedda a dirgli mi fai schifo!. La propria lama rotonda e la sua valida tecnica gli consentono di muoversi nella partitura di Leoncavallo con una certa agilità. Molto personale la sua esecuzione del Prologo.

Murat Can Guvem è un Beppe brillante. La sua voce luminosa è perfettamente idonea al ruolo: si muove in scena con spigliatezza e leggiadria, interagendo con naturalezza anche con i saltimbanchi circensi, di cui, a volte, mima i gesti. Molto buona la sua esecuzione della celebre serenata di Arlecchina (O Colombina, il tenero Fido Arlecchin), ben puntata.

Valida la performance di  Gabriele Nani che veste con signorilità scenica ed eleganza vocale i panni di Silvio mentre irregolare la prova della bella Marta Leung nei panni di Nedda. Nonostante la sua musicalità evidente e la sua promettente vocalità, l’abbiamo sentita incerta in più momenti, come se ancora la sua voce non fosse modellata e pronta alla partitura verista. 

Nel complesso un grande e bello spettacolo che ha offerto la possibilità a una certa fascia di pubblico di potersi affacciare all’opera e goderne la maestosità.


Si ricorda, infine, che l’opera di Leoncavallo firmata dall’Impresa Lirica Tamagno, sotto la direzione artistica di Giuseppe Raimondo, si potrà gustare ancora oggi, sabato 4 ottobre, alle ore 20.45 e domani, domenica 5 ottobre, alle ore 17.00.
Annunziato Gentiluomo


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