Dopo il grande successo della serata inaugurale con Odisseo Superstar, l’intensa performance teatrale di Tiziana Bagatella ne Le interviste impossibili dedicate alla poetessa Saffo, lo straordinario Omaggio a Billie Holiday dell’Ada Montellanico Quartet, anche il quarto appuntamento del Festival del Teatro Classico Tra Mito e Storia, realizzato grazie alla sinergia tra GAL Terre Locridee, Associazione Cultura e Territorio, Accademia di Musica Lettere e Arti Senocrito, col patrocinio del Comune di Portigliola e il contributo del Nuovo Imaie, ha mantenuto alta l’asticella

Il Teatro Greco Romano di Locri Epizefiri è stata la cornice ideale per una divertente e ritmata versione del Volpone, celebre commedia di Ben Jonson, diretta con gusto e leggerezza da Carlo Emilio Lerici e ambientata nella Venezia della prima metà del Novecento. Il regista rende, con freschezza, senza rinunciare alla potenza della satira politica, critica della società individualista e legata al possesso e al denaro, il dramma comico che si va consumando, curando con maestria la gestione dello spazio, la relazione tra gli attori e gli oggetti di scena, la caratterizzazione dei personaggi, in alcuni casi talmente estremizzata da rendersi macchiettistica, e i cambi scena rapidi e resi con precisione. Il testo originale viene trasformato in un concatenarsi di sketch tutti ben ritmati e articolati che però rischiano, a volte, di cadere nel ricorsivo e ridondante, dando una tinta monotona alla narrazione che ha una durata significativa. Questo è l’unico neo della pièce che non riesce ad essere trasceso nemmeno dalla complessiva potente verve interpretativa degli attori. Dal punto di vista delle maestranze tecniche, lo spettacolo si è avvalso delle belle musiche di Francesco Verdinelli, dei pertinenti costumi di Annalisa di Piero, delle piacevoli e agili scenografie di Marilena Maddonni costruzioni scenografiche e delle ben realizzate costruzioni scenografiche che portano la firma di Diego e Simone Caccavallo.

Passando al cast di questa bella opera corale, si rileva eccellente la prova di Edoardo Siravo che ha interpretato, con la grazia di un grande del teatro classico, il ruolo di Volpone, caratterizzato da sfumature che un occhio attento non può non notare. Ogni suo gesto, anche il meno vistoso, ciascuna sua modulazione di voce e tutte le sue espressioni diventano contributo tangibile alla creazione del ricco avido veneziano, maestro nell’inganno, che si finge morente per ricavare il meglio che può da tre uomini (Corvino, Corbaccio e l’avvocato Voltore), pronti a tutto pur di figurare come suoi eredi.

Affianca Siravo, dando prova di grande maestria scenica Francesca Bianco, che ha vestito superbamente i panni di Mosca, servo astuto e manipolatore, vero deus ex machina di quanto accade in scena. Eccelsa tanto nella prossemica quanto nella prosodia, non è mai eccessiva, rimanendo su quel confine che solo ai grandi del teatro è concesso.

Attorno a loro si è mosso un cast di grande talento, quello della Compagnia del Teatro Belli di Roma, che ha animato la scena con personaggi tanto esilaranti quanto corrosivi. Tutti gli attori in scena sono stati all’altezza del proprio ruolo a onore del loro status professionale e del lavoro eccelso fatto su di loro dal regista.

Molto efficace Roberto Tesconi nei panni di Voltore, di cui fa emergere tutta la sua ansia, una sorta di tachicardia da possesso di beni, e la bramosia di denaro. Altrettanto notevole è l’interpretazione di Tonino Tosto nei panni di Corbaccio, orientato unicamente ad essere il più ricco di tutti e a tal fine capace di farsi raggirare da Mosca. E coerente nel suo ruolo, anche se troppe volte con una postura di profilo che crea distanza col pubblico, Fabrizio Bordignon nei panni di Corvino.

Abbiamo apprezzato la grande presenza di Gabriella Casali che ha reso con grazia Immacolata Corvino, figura complessa, bigotta, ingenua, ingessata, ma dal vistoso deretano, fantasia di molti uomini e anche dello stesso Volpone.

Energica e simpaticamente “romanaccia” Susy Sergiacomo nei panni del Giudice che è anche proprietario delle pompe funebri di cui fa largamente promozione, rimarcando quindi la corruzione dilagante

Divertente, singolare e brillante Giuseppe Cattani nei panni del Capo della Polizia, più interessato allo scoop e alla mistificazione che alla verità dei fatti, e deciso e autorevole è parso Germano Rubbi come Capitano Bonario Carbaccio.

Assolutamente nella parte, con guizzi di ironico fare, sono Alessandra Santilli, la Cameriera di Volpone; Francesca Buttarazzi nei panni dell’intraprendente e procace signorina Allegra; Marco Bonetti che intrepreta uno dei Servitori di Corbaccio e il rallentato Cancelliere del Tribunale; Alessandro Laprovitera e Andrea Bezzi, entrambi Servitori di Volpone e Agenti di Polizia. Soprattutto di Laprovitera va segnalata una bella presenza scenica che si fa notare e un’intuizione artistica interessante.

In sintesi, dunque, questa raffinata versione di Volpone si rivela espressione di un teatro brillante e intelligente, capace di far sorridere e allo stesso tempo stimolare la mente sulla deriva della cupidigia e della corruzione morale. Un plauso alla compagnia, al Festival Tra Mito e Storia e a Rocco Luglio che è l’anima della manifestazione.

Annunziato Gentiluomo