Dopo quello dedicato ai trii per archi di Max Reger, vi presentiamo oggi un altro lavoro del trio Il Furibondo, anch’esso registrato nella suggestiva chiesa di San Bartolomeo, a Nomaglio (provincia di Torino). Insieme al Il Furibondo (composto, lo ricordiamo, da Liana Mosca, Marcello Scandelli, Gianni de Rosa) troviamo anche l’arpa di Margret Köll, il
Dopo quello dedicato ai trii per archi di Max Reger, vi presentiamo oggi un altro lavoro del trio Il Furibondo, anch’esso registrato nella suggestiva chiesa di San Bartolomeo, a Nomaglio (provincia di Torino).
Insieme al Il Furibondo (composto, lo ricordiamo, da Liana Mosca, Marcello Scandelli, Gianni de Rosa) troviamo anche l’arpa di Margret Köll, il flauto traverso di Marcello Gatti, nonché la partecipazione della violinista Federica Biribicchi.
Con questo album mettiamo “le lancette” indietro di oltre un secolo rispetto a Max Reger. Siamo infatti, come ci dice il titolo stesso, “nella Vienna di Maria Teresa”.
Gli autori scelti per questo lavoro hanno in comune il tempo in cui sono vissuti, tutti nel corso del Settecento, e il fatto di avere frequentato la corte austriaca. Johan Baptist Krumpholtz era egli stesso un arpista. La successione al trono imperiale, avvenuta nel 1740 dopo la morte dell’imperatore Carlo VI, viene considerata come la fine dell’epoca barocca. Dopo i fasti che caratterizzarono il regno di Carlo VI, complice anche lo spirito illuminista che iniziava a farsi largo in Europa, l’imperatrice vedeva la necessità di una profonda riforma politica, giudiziaria, sociale.
Secondo la volontà di Maria Teresa l’educazione, la cultura e la prosperità non dovevano restare dei privilegi riservati alla nobiltà,m ma divenire accessibili a tutte le classi sociali. Come effetto di questa politica riformatrice, le occasioni di esibirsi a corte si ridussero considerevolmente, tuttavia la creatività artistica, così stimolata, fece emergere nuovi principi stilistici, e compositori e musicisti iniziarono a misurarsi con un pubblico molto più variegato. Anche gli strumenti subirono modifiche per potersi meglio adattare alle nuove esigenze, e l’arpa fu uno di questi.
Per parlarci di questo lavoro abbiamo con noi le due protagoniste femminili, la violinista Liana Mosca e l’arpista Margret Köll, alla quale sono rivolte le prime domande.
Partiamo dal titolo del cd. Qual è il ruolo dell’arpa “nella Vienna di Maria Teresa“ ?
Parliamo di un’arpa a movimento semplice, dotata di una fila di corde e sette pedali, che alzano le note di un semitono. Il prototipo di questo tipo di arpa è stato realizzato da Jacob Hochbrucker a Donauwörth negli anni ’90 del XVII secolo.
In Austria al tempo degli Asburgo l’arpa aveva un doppio ruolo: è stata utilizzata come strumento solista ma anche per suonare il basso continuo, prassi ereditata dal repertorio barocco.
Un buon esempio di ciò è il concerto d´apertura del disco di G.Ch. Wagenseil, dove la parte del´arpa inizia a suonare il basso cifrato, prima di lanciarsi nella veste da solista, e continuerá a cambiare ruolo in continuazione. Poi c’è la sonata di Krumplholtz, che fu egli stesso un arpista famoso alla corte degli Esterhàzy ad Eisenstadt, e che probabilmente ha suonato anche basso continuo nelle sinfonie di Haydn.
Invece nel balletto di Ch.W. Gluck e nella Sonata di Wagenseil alla fine del disco l´arpa suona insieme col violoncello la parte del continuista.
Che storia raccontate agli ascoltatori, con questo Cd? Qual è il filo conduttore che tiene insieme i pezzi scelti?
Raccontiamo le storie che sono legate al´arpa di questo periodo e in questa area geografica (l’impero asburgico), l´ascoltatore puó sentire i tipici colori musicali dell’ambiente imperiale, sempre delicati ed eleganti.
Come è stata per Lei l’esperienza di registrazione nella chiesa di San Bartolomeo?
É stata un’esperienza molto bella e gioiosa, grazie ai meravigliosi amici musicisti del trio furibondo e al flautista Marcello Gatti. La chiesa ha un’acustica meravigliosa e c´era una bellissima atmosfera intorno.
Con queste ultime impressioni raccontate da Margret Köll, come fatto nella precedente intervista a Liana Mosca e Andrea Dandolo, e con l’aiuto delle immagini, lasciamo al lettore la possibilità di immaginare la chiesa di San Bartolomeo, set di registrazione così importante e caro al Trio.
Continuiamo ora a parlare di questo album con Liana Mosca.
Questo tipo di formazione – con arpa e flauto traverso – rappresenta una novità per Il Furibondo?
Si effettivamente, anche se suoniamo regolarmente con Margret nell’orchestra de “Il Giardino Armonico”, questo è un lavoro particolare di ricerca che vede l’allargamento del Trio con l’aggiunta di due strumenti caratterizzati da sonorità preziose ed affascinanti. Bellissima esperienza!
Qual è stato per Lei l’elemento di maggiore interesse e stimolo nella realizzazione di questo lavoro?
La ricerca sulla musica di Wegenseil, che per noi era una scoperta. Siamo stati introdotti a questo autore da Margret già l’estate precedente alle registrazioni, sperimentando la sua musica in alcuni concerti in Toscana. Poi abbiamo letto molti suoi pezzi e selezionato quelli da registrare. Interessante la doppia funzione dell’arpa che si presenta sia come basso continuo che come solista a seconda dei pezzi, proprio come era all’epoca. E poi c’è stata anche la meraviglia e l’interesse per la sonorità di questo strumento, il cui suono si è fuso, insieme agli archi con corde di budello, in maniera soave.
Vi sono stati invece elementi di difficoltà?
L’unica difficoltà stà sempre nei tempi delle registrazioni; nel mantenere la concentrazione a lungo, nello sforzo per dare il massimo tutti assieme. Abbiamo un tecnico esigente ma molto positivo come Dandolo e poi, con la fiducia totale tra di noi, si superano anche gli stress, soprattutto i momenti di stanchezza nelle ore notturne.
Potrebbe dare ai nostri lettori qualche consiglio per l’ascolto di questo cd?
Considerare bene il periodo nel quale ci si immerge, un periodo storico dove la cultura e la musica si aprono a tutti e non sono più solo appannaggio della nobiltà. E questa nuova apertura si vede anche nella trasformazione degli strumenti, come appunto l’arpa a pedali che possiamo ascoltare qui.
Inoltre è bene lasciarsi rapire dalle sonorità dolci e dalle caratteristiche stilistiche di transizione, appunto da quello barocco a quello classico.
Ringraziamo Liana Mosca, e Margret Köll per averci accompagnati in questo piccolo viaggio indietro nel tempo e nella storia della musica, e vi invitiamo a concedervi l’ascolto di questi brani.
La registrazione e l’editing del Cd è a cura di Andrea Dandolo, il Cd è distribuito dalla casa discografica Accent.
Chiara Trompetto
[Immagini: Trio Il Furibondo, ph Nuccia Lo Faro; ritratto Margret Köll, ph Armin Linke]
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