È un’edizione metamorfica, rinnovata, quella che quest’anno VIE Festival, iniziato ormai da qualche giorno, offre al proprio pubblico, anche quest’ultimo rinnovato. Il Festival modenese, che al via lo scorso giovedì 9 ottobre si concluderà sabato 25, compie gli anni, e per la decima edizione i regali non sono mancati. Prima novità è il periodo di
È un’edizione metamorfica, rinnovata, quella che quest’anno VIE Festival, iniziato ormai da qualche giorno, offre al proprio pubblico, anche quest’ultimo rinnovato. Il Festival modenese, che al via lo scorso giovedì 9 ottobre si concluderà sabato 25, compie gli anni, e per la decima edizione i regali non sono mancati.
Prima novità è il periodo di svolgimento: si ritorna al mese di ottobre. Cambia la durata stessa del Festival, che passa da nove a diciassette giorni. Si trasformano poi i palcoscenici, o meglio si espandono territorialmente fino a includere nella geografia degli eventi il capoluogo emiliano, Bologna.
Fiore all’occhiello della nuova tradizione teatrale emiliana, VIE, finanziato e organizzato da ERT (Emilia Romagna Teatro), nonché dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, nasce nel 2005. Obiettivo, attraversare la contemporaneità, intercettare il delinearsi di nuove identità e soggettività nell’ambito dello spettacolo dal vivo, ma nondimeno parlare ai giovani: quei giovani che – nelle parole di Pietro Valenti, direttore di ERT e responsabile dell’Arena del Sole, teatro di punta bolognese, ospite a lezione del Prof. De Marinis e degli studenti DAMS all’Alma Mater – “aiutano il teatro e gli artisti a crescere”. Insomma, un Festival che decide di mettere al centro la creazione contemporanea, la responsabilità di individuare, cercare dove si nasconde oggi la forza del nuovo. Un Festival inoltre aperto ad artisti, noti e non, capaci di esplorare le zone di contatto fra le arti sceniche, i territori espressivi in cui lasciare interagire il teatro con la danza, la musica, le arti visive, il cinema. Uno sforzo territoriale ed estero che, fatto di peregrinazioni, avventure alla ricerca di registi e attori emergenti da tutto il mondo, risponde a un importante principio, quello cioè che “le proposte di teatro non bisogna aspettarle seduti a una scrivania”.
Un’edizione di festa, un importante anniversario. VIE festeggia i suoi dieci anni, un decennio in cui si è palesata luogo di incontro, di scambio, di ascolto, di visione di eventi, momenti, spettacoli del teatro di ieri, ma soprattutto di oggi. Non un festival che “punta sulle ‘prime’ o sui debutti”, né che entri in competizione con le altre manifestazioni teatrali nazionali e non. È invece un festival che ci vuole far sentire cittadini di un’Europa non fatta soltanto di regole e protocolli: quell’Europa che continua ad essere uno straordinario luogo di creazione, di differenze, di progetti.
Nuova stagione, nuovo programma: sempre più fitto. Dodici realtà cittadine e teatrali, Modena e Bologna su tutte, apriranno le scene dei propri teatri ai mostri sacri del dramma contemporaneo, così come a teatranti e compagnie emergenti. Il Festival, che nelle passate edizioni ha ospitato artisti del calibro di Carmelo Bene, Thierry Salmon, Lev Dodin, Peter Brook, Maguy Marin e Peter Stein, ne è ricco anche quest’anno. Gruppo di punta della scena teatrale contemporanea italiana, Babilonia Teatri, debutta a VIE con Jesus, lavoro liberamente tratto dai Vangeli. Pippo Delbono è a VIE con due lavori: l’anteprima del suo concerto con Enzo Avitabile Bestemmia d’amore e, in chiusura del festival (25 ottobre al Teatro Storchi di Modena), uno spettacolo-concerto in cui si confronta per la prima volta con Koltès, dal titolo La Notte. Tra gli internazionali poi, è doveroso citare: il ritorno di Belarus Free Theatre, compagnia costretta ad abbandonare la Repubblica Bielorussa a causa delle persecuzione politica, al VIE con Red Forest (Teatro Fabbri, Vignola, 24 ottobre ore 21.00, il 25 alle 18.30); il giapponese Toshiki Okada, artista caro a VIE, che presenta Super Premium Soft Double Vanilla Rich (Teatro delle Passioni, Modena, 24 ottobre ore 18.00 e il 25 alle 21.00); per non parlare dello Zagreb Youth Theatre che, già insignito di cinquanta premi tra nazionali e internazionali, culla del teatro ceco, propone in prima nazionale Galeb (Teatro Herberia, Rubiera, 18 ottobre ore 21.00), libero adattamento da Il gabbiano di Cechov.
Anche in questa edizione di VIE vene rivolta una particolare attenzione alle compagnie che lavorano in Emilia-Romagna. Nell’ambito del festival debutta allora la nuova produzione ERT La persecuzione e l’assassinio di Jean-Paul Marat rappresentati dagli internati dell’ospedale di Charenton sotto la guida del Marchese di Sade (Arena del Sole, Bologna, dal 15 al 25 ottobre) in cui Nanni Garella prosegue il suo lavoro pluriennale con gli attori pazienti psichiatrici di Arte e Salute, che saranno in scena assieme allo stesso Garella e a una delle attrici più sensibili del nostro teatro, Laura Marinoni. (Per la lettura completa del programma si rimanda a al sito ufficiale www.viefestivalmodena.com/programma-vie-2014)
Infine, è bene dire che la festa di VIE non dimentica. Non dimentica i comuni colpiti dal terremoto, emiliani e non. A loro infatti ha voluto affidare l’apertura dell’edizione, una ‘maratona’ di spettacoli nelle due giornate conclusive, oltre che un laboratorio fotografico sul territorio.
Perché il teatro non è soltanto l’evento della scena. Teatro è anche quello che accade fuori e dietro la scena, prima e dopo. “Il teatro è anche il suo doppio” (A. Artaud), non solo rappresentazione scenica di un testo.
Liberato dalla tirannia del testo, il teatro, il Nuovo teatro, diventa “un segno di vita, un processo di comunicazione, un’idea di comunità” (cit. P. Valenti). VIE vuole essere quella comunità.
Giuseppe Parasporo
[Fonti della immagini: sulpanaro.net, artribune.com, bolognawelcome.com, gazzettadimodena.gelocal.it]
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