Presso le sale del Collegio San Giuseppe di Via San Francesco da Paola a Torino giovedì 27 settembre, alle ore 17.30 sarà inaugurata la mostra Eugenio Baroni e il Monumento al Duca d’Aosta di Torino curata da Alfredo Centra, Donatella Taverna, Francesco De Caria, fino al 27 ottobre, con orario: Lunedi-Venerdì 10.30-12 e 16-18.30; Sabato
Presso le sale del Collegio San Giuseppe di Via San Francesco da Paola a Torino giovedì 27 settembre, alle ore 17.30 sarà inaugurata la mostra Eugenio Baroni e il Monumento al Duca d’Aosta di Torino curata da Alfredo Centra, Donatella Taverna, Francesco De Caria, fino al 27 ottobre, con orario: Lunedi-Venerdì 10.30-12 e 16-18.30; Sabato 10.30-12. (Scuole su appuntamento). L’esposizione è corredata da un quaderno catalogo. La mostra – che in parte riprende quella organizzata da D.Taverna e F.De Caria nel 1986 presso la Famija Turinèisa con fotografie d’arte di Piero Nervo e con riferimenti alle Lettere dal fronte (1916-1918) dello scultore, a suo tempo studiate da F.De Caria – si inserisce nella serie di manifestazioni in memoria dei Caduti nella “inutile strage”, e intende costituire un omaggio ad uno scultore, Eugenio Baroni (1880-1935), illustre in vita e poi per vicende legate alla politica e al variare dei gusti, caduto nell’ombra: dagli anni ‘80 si sta rivalutando fra i grandi artisti del Novecento. Essa illustra vari momenti dell’arte dello scultore e presenta inediti della vita culturale genovese in cui l’Artista operò, donati da Mimmo Guelfi che il Baroni conobbe e che è stato punto di riferimento della cultura ligure. Il monumento al Duca d’Aosta a Torino oggi è situato davanti alla facciata medioevale di Palazzo Madama, il castello dei Monferrato, allo sbocco di via Po, lungo la quale sfilarono nel ’18 le truppe vittoriose; al di là del ponte sul Po, nella base della Gran Madre, il Sacrario dei Caduti torinesi; sulla Collina, alla Maddalena, il Faro della Vittoria di E.Rubino. Collocazione significativa quella del monumento, tuttavia mortificata rispetto al progetto baroniano che lo situava in piazza Vittorio Veneto, ed ancor più rispetto al grandioso progetto dello scultore – partito volontario e, poi, sperimentata la crudezza della guerra, tornato con una mutata coscienza – di una Via Crucis del soldato da allestirsi nelle zone di guerra; avrebbe dovuto essere un percorso a croce, dalla partenza col distacco dalla madre poi su, di stazione in stazione, sino alla battaglia, alla vittoria che tuttavia segue alla Falciata causata dalle mitragliatrici nemiche, e poi al doppio esito per il soldato (i bracci della croce) che torna alla madre mutilato o cieco oppure alla fatica del lavoro dei campi che aveva lasciato. Accantonato il progetto come disfattista, il Baroni restituì il medagliere. Gruppi vennero utilizzati in altre collocazioni. Nel monumento al Duca d’Aosta, comandante della Terza Armata, resta lo spirito di quel progetto: Il basamento è la stilizzazione del fronte di una trincea con le bocche per fucili e mitragliatrici, il Comandante è vestito come i suoi soldati e nei pugni nervosamente chiusi esprime tensione, i soldati sono dimessi nelle divise e nelle pose: le grandi mani indicano il pesante lavoro della campagna o dell’officina donde essi provengono. Il Baroni – autore fra l’altro anche di molti monumenti funerari – si volse ad altri soggetti di carattere “popolare”: fra le ultime opere il “trio” degli scaricatori del porto, che intona un Trallallero. Un grande ringraziamento all’Esercito Italiano e in particolare alla Scuola di Applicazione di via Arsenale, che nella disponibilità degli ufficiali e dei sottufficiali ha consentito ricerche, riprese, ha messo a disposizione preziosissimi pezzi.
Redazione ArtInMovimento Magazine
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