La scuola de’ gelosi, dramma giocoso in due atti di Antonio Salieri su libretto di Caterino Mazzolà, sarà eseguito per la prima volta al Teatro Regio di Torino da domani, 15, al 21 maggio per cinque recite, nell’elegante, raffinato e coloratissimo allestimento del Teatro Regio (la produzione originale è del Theater an der Wien in der Kammeroper) con la regia di Jean
La scuola de’ gelosi, dramma giocoso in due atti di Antonio Salieri su libretto di Caterino Mazzolà, sarà eseguito per la prima volta al Teatro Regio di Torino da domani, 15, al 21 maggio per cinque recite, nell’elegante, raffinato e coloratissimo allestimento del Teatro Regio (la produzione originale è del Theater an der Wien in der Kammeroper) con la regia di Jean Renshaw. Sul podio dell’Orchestra del Regio c’è Nikolas Nägele. I protagonisti sono: Omar Mancini (Il conte di Bandiera), Elisa Verzier (La contessa), Askàr Lashkin (che debutta nel ruolo di Blasio), Carolina Lippo (Ernestina), Adolfo Corrado (Lumaca), Anna Marshania (Carlotta) e Joan Folqué (Il tenente); al clavicembalo Jeong Un Kim. Le scene e i costumi sono di Christof Cremer, le luci di Lorenzo Maletto. L’opera va in scena nell’edizione musicale a cura di Ingrid Schraffl, dell’Università di Vienna, nell’ambito del progetto di ricerca Opera buffa in Wien (1763-1782), con le arie sostitutive di Lorenzo Da Ponte per l’edizione di Vienna del 1783.
La scuola de’ gelosi andò in scena per la prima volta a Venezia il 28 dicembre 1778, per essere poi allestita per oltre cinquanta produzioni in tutta Europa fino all’inizio dell’Ottocento: un grande successo sancito dalle innumerevoli traduzioni e dai continui adattamenti; tra questi il più importante fu l’edizione viennese del 1783, con nuove arie di Lorenzo Da Ponte e un cast di grandi interpreti per il Burgtheater.
Il Direttore artistico del Teatro Regio, Sebastian F. Schwarz, che ha contribuito attivamente alla riscoperta dell’opera, racconta: L’avevo commissionata nel 2017, mentre ero direttore del Theater an der Wien; all’epoca c’era un progetto di ricerca dell’Università di Vienna. Nella storia della musica Salieri sembra essere conosciuto soprattutto per un presunto conflitto con Mozart (che tutti ricordiamo anche attraverso il film Amadeus). Pensiamo di conoscere Salieri e invece non è così. Salieri si trova nel pantheon dei compositori operistici e la sua produzione è oggetto di riscoperta a livello internazionale. Vorrei invitare non solo il pubblico del Regio, ma in generale i torinesi e i piemontesi, a venire per farsi un’idea, divertirsi, trascorrere una serata stupenda e rendersi conto dell’importanza del loro patrimonio culturale.
Ne La scuola de’ gelosi sono protagoniste tre coppie, tre modi differenti di vivere l’amore e di fronteggiare la gelosia. La struttura dell’opera di Salieri anticipa situazioni che saranno utilizzate nel Don Giovanni di Bertati-Gazzaniga, nelle Nozze di Figaro, in Don Giovanni e Così fan tutte di Da Ponte-Mozart, e nel Barbiere di Siviglia di Sterbini-Rossini. Intrighi amorosi, tentativi di seduzione e provocazioni di gelosia che mettono a confronto la coppia aristocratica dei conti, la coppia borghese e quella dei servitori. Nella coppia dei nobili è la donna a essere gelosa e il marito alimenta questa debolezza. Viceversa, nella coppia borghese è geloso il marito. Invece la coppia dei servitori vive il suo amore nel modo più rilassato e libero possibile.
Nikolas Nägele, giovane talento che ha debuttato sul podio del Regio nella Stagione 2019-20 nel Matrimonio segreto di Cimarosa, è stato finalista nel secondo concorso internazionale Sir Georg Solti con la Chicago Symphony Orchestra, ha vinto nel 2012 il James Conlon Conducting Prize e nel 2013 l’Aspen Conducting Prize. Dal 2017 Kapellmeister della Deutsche Oper di Berlino, in Italia si è esibito al Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, al Maggio Musicale Fiorentino, al Teatro Comunale di Bologna e al Rossini Opera Festival di Pesaro.
L’allestimento, colorato come la musica, è firmato da Jean Renshaw, regista e coreografa britannica che si è definitivamente imposta all’attenzione della critica per la “prima” in epoca moderna del Boris Goudenow di Johann Mattheson al Festival di musica antica di Innsbruck nell’estate del 2021. La regia focalizza l’attenzione del pubblico sui personaggi, che non smettono di girare. La scena è concentrata su una struttura fatta di porte che vengono sbattute, aperte, semichiuse, sbarrate, che vengono usate per spiare. Lo spettacolo è molto concentrato, caratteristica propria del genere dell’opera buffa di fine Settecento.
Un’occasione per confrontarsi con un’opera che latita spesso dai cartelloni dei grandi teatri.
Redazione di ArtInMovimento Magazine
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