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Mogador: Essaouira vista dalla fotografa Veronica Gaido e dal pittore Vito Tongiani

Mogador: Essaouira vista dalla fotografa Veronica Gaido e dal pittore Vito Tongiani

Oggi vi parliamo del progetto “Mogador”, che ha come protagonisti due artisti italiani, la fotografa Veronica Gaido e il pittore e scultore Vito Tongiani. Dopo l’esperienza al Gran Teatro Puccini di Torre del Lago e l’inaugurazione della mostra a Rabat, nella primavera del 2016, presso la Galleria Bab Rouah, il viaggio continua e arriva a

dar-souiriOggi vi parliamo del progetto “Mogador”, che ha come protagonisti due artisti italiani, la fotografa Veronica Gaido e il pittore e scultore Vito Tongiani. Dopo l’esperienza al Gran Teatro Puccini di Torre del Lago e l’inaugurazione della mostra a Rabat, nella primavera del 2016, presso la Galleria Bab Rouah, il viaggio continua e arriva a toccare la città che ne ha ispirato la creazione, Essaouira. Il lavori dei due artisti, dedicati al porto della città, saranno in mostra a partire da oggi fino al 26 novembre presso il centro culturale Dar Souri.
01. Veronica Gaido, Gli alberi di Mogador, da Mogador (1)Veronica Gaido e Vito Tongiani appartengono a diversi mondi espressivi e qui si confrontano attraverso la visione fotografica e pittorica delle loro opere, con l’obiettivo di raccontare l’atmosfera e la vita dello storico porto della cittadina, che venne battezzata Mogador nel VII secolo dai portoghesi, che la riscoprirono dopo la conquista araba (in arabo Mogador significa “ben custodita”).

Nel testo che apre il catalogo dell’esposizione, lo scrittore marocchino Driss Ksikes riflette sulla difficoltà di rappresentazione della città – “…la città è immensa, inafferrabile, in movimento permanente…” afferma Ksikes – e riconosce alle sole arti visive la capacità di catturarne frammenti, immagine che riescano a rappresentarla, anche solo metaforicamente. Secondo lo scrittore, Tongiani e Gaido hanno saputo restituire appieno le percezioni sensoriali di un luogo, rappresentando con la fotografia 03. Vito Tongiani, Al porto di Mogador (1)e con la pittura, la mutevolezza dei colori che lo connotano, il brulichio delle persone che lo vivono, la presenza delle barche che lo riempiono e la pienezza dei gesti ricorrenti, e a volte per questo invisibili, che lo popolano.
È grazie alla loro visione che ritroviamo in questo luogo-simbolo i concetti di vita, rifugio, viaggio, ma anche il contrasto, lo sforzo quotidiano del popolo, i colori del giorno e l’oscurità della notte.

Nelle fotografie di Veronica Gaido questa visione di Mogador rimanda a temi già indagati nei suoi lavori precedenti, come ad esempio l’acqua, il viaggio, il passaggio, da lei reinterpretati dal punto di vista fisico, spirituale e astratto.
Nei suoi lavori le forme si sfanno nella luce e le apparenti dissolvenze danno modo allo spettatore di percepire così in modo istantaneo il sentimento della realtà del luogo (si potrebbe dire una dimensione quasi “espressionista” della fotografia). Per la realizzazione delle sue fotografie Veronica Gaido gioca con i tempi di esposizione, con la messa a fuoco, e crea una sorta di “onda densa e luminosa, come una piccola epifania” del reale, come l’ha definita Philippe Daverio.

02. Veronica Gaido, Au premier temps de lavalse, _________da Mogador (1)Spiega Veronica Gaido: “I miei lavori su Mogador rappresentano una dimensione del reale in costante movimento, il flusso delle immagini trasmette la sensazione, a livello emotivo, di un luogo a metà tra terra e cielo, a volte luminoso nei colori delle barche e nella luce riflessa sulle onde, a volte oscuro nelle sue visioni notturne e apparentemente vuote. I bagliori, i movimenti continui, le oscillazioni sono come le vibrazioni dell’anima, rappresentazioni della visione di un luogo immutabile. La mia idea di Mogador, nell’esposizione di Essaouira, si fonde con quella delle opere di Vito Tongiani, più concrete nelle forme delle persone e degli oggetti che la popolano. È questa fusione tra pittura e fotografia, tra percepito e visto, che restituisce il concetto universale di un luogo che è di per sé fisico ma anche puramente ideale. Per questo motivo Mogador è un progetto itinerante, per la sua capacità di trasmettere in maniera sensibile ed emotiva il concetto di luogo, di città, a chi osserva la sua rappresentazione. Dopo Essaouira, infatti, il viaggio di Mogador proseguirà, toccando Marrakech e Casablanca, fino ad arrivare alla Fundación Tres Culturas di Siviglia nella primavera del 2018“.

L’esposizione “Mogador” sarà inaugurata da Mr. Andrè Azoulay quest’oggi alle ore 18.00 ad Essaouira con la partecipazione di Audrey Azoulay, Direttore Generale dell’UNESCO, Mohamed Laaraj, Ministro della Cultura marocchina e della Comunicazione, Driss Ksikes, Francis Ghilès.
A corredo della mostra vi è il catalogo con i testi di André Azoulay, Driss Ksikes, Francis Ghilès, Philippe Daverio e Jean Clair.
L’esposizione è allestita presso il Centro culturale Dar Souiri, sala “Tayeb Saddiki”, 10 44000, Avenue du Caire, Essaouira, Marocco. Ingresso dalle 09.00 alle 19.00
Per maggiori informazioni: www.essaouiramogador.org – +212 (0) 661 79 32 36

Veronica GaidoVeronica Gaido si avvicina alla fotografia in giovanissima età. Comincia a formarsi presso l’Istituto Italiano di Fotografia di Milano, per poi completare la sua preparazione in diverse capitali d’Europa e del resto del mondo. Intorno ai primi anni Novanta comincia a collaborare con brand della moda e case editrici internazionali,  collaborazioni che la portano a girare il mondo e a realizzare campagne pubblicitarie in diverse città dall’atmosfera cosmopolita e dall’influenza culturale spiccata, come Miami o New York. Lavora per tante realtà, per citarne alcune Henraux, Peuterey, Auguille Noire, Caesar, City Time, FreeSoul, Dekker, Kejo…
In questo periodo entra in contatto con personaggi dello show business internazionale, tra cui cantanti, attori, artisti, uomini della cultura, iniziando così a muoversi al di fuori della fotografia praticata sino a quel momento, interessandosi anche alla dimensione intima del ritratto. Negli anni 2000 inizia a collaborare con istituzioni, personalità e realtà orientate alla dimensione artistica della fotografia. Risale al 2001, ad esempio, la collaborazione per il Bunker poetico di Marco Nereo Rotelli, installazione ambientale a cura di Harald Szeeman realizzata in occasione della 49a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. La sua prima mostra personale, realizzata nel 2002, dal titolo Sabbie Mobili”, si tiene a Forte dei Marmi, presso Massimo Rebecchi, a cura di Maurizio Vanni. Qualche anno dopo si avvicina ad un nuovo mezzo di ripresa che offre insolite prospettive estetiche, quello che sfrutta la tecnologia dei droni, che utilizza per realizzare video e immagini zenitali per la Fondazione Henraux. Il risultato di questa sua indagine viene presentato alla Triennale di Milano nel 2012.
Dello stesso anno è il progetto “Consapevolezza della materia”, presentato a Paris Photo, e prende parte alla giuria del premio internazionale “Fondazione Henraux”, presieduta in quell’occasione dallo storico dell’arte Philippe Daverio. Da Da un viaggio intrapreso l’anno successivo tra India, Bangladesh e Africa nasce il progetto “Atman”, a cura del critico Roberto Mutti e di Philippe Daverio, che diventa in seguito un progetto itinerante, una mostra che tocca molte città e realtà italiane e internazionali. Nel 2014 inaugura “Through the view”, una mostra in occasione del centenario di Forte dei Marmi a cura di Enrico Mattei.
Alcune delle sue mostre più importanti: Fondazione Henraux di Seravezza con Consapevolezza della Materia (2012);  White Moon Gallery a Parigi (2013); con Atman a Artissima – Photo & Contemporary a Torino (2013), a Paris Photo di Parigi (2013), poi a Londra presso Imago Art Gallery, a MIA Photo Fair di Milano e a Santa Maria Novella Gallery di Venezia (2014). La mostra Mogador, con V. Tongiani, dopo l’esposizione nel 2016 presso il Gran Teatro Puccini a Torre del Lago-Viareggio, ha fatto tappa nella primavera del 2017 a Bab Rouah (Rabat) in Marocco.

Redazione ArtInMovimento Magazine
[Immagini: essaouiramogador.org; Veronica Gaido, “Gli alberi di Mogador” (anche immagine di copertina); Vito Tongiani, “Al porto di Mogador”; Veronica Gaido, “Au premier temps de la valse”]

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