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Cartoline dal Festival del Giornalismo Alimentare – secondo giorno –

Festival del Giornalismo Alimentare, secondo giorno. Vi lasciamo ancora le nostre “cartoline”, una scelta di immagini e suggestioni per raccontarvi il Festival, visto da noi. 1. Il cibo e il legame con i luoghi. Torino ieri si è svegliata nel bianco di una copiosa nevicata, quasi ad accogliere chi arriva da fuori Piemonte nella sua veste più suggestiva, come in una foto d’autore in bianco e nero. Come il clima, i colori e i paesaggi, così anche il cibo definisce l’identità di un territorio, rendendolo riconoscibile e veicolando all’esterno la sua immagine. Questo il tema di uno dei due panel…

indexFestival del Giornalismo Alimentare, secondo giorno. Vi lasciamo ancora le nostre “cartoline”, una scelta di immagini e suggestioni per raccontarvi il Festival, visto da noi.

1. Il cibo e il legame con i luoghi. Torino ieri si è svegliata nel bianco di una copiosa nevicata, quasi ad accogliere chi arriva da fuori Piemonte nella sua veste più suggestiva, come in una foto d’autore in bianco e nero.
Come il clima, i colori e i paesaggi, così anche il cibo definisce l’identità di un territorio, rendendolo riconoscibile e veicolando all’esterno la sua immagine. Questo il tema di uno dei due panel iniziali, quello tenutosi in Sala Giolitti. In Piemonte vi sono alcuni patrimoni UNESCO legati al cibo, e in generale la grande quantità di prodotti DOP e IGP distribuita in tutta Italia rappresenta un valore dal punto di vista turistico, valore28161524_2220522414841721_1730203432177100492_o potenziale spesso non ancora pienamente sfruttato. Restando in Piemonte, uno dei prodotti che meglio rappresentano l’identificazione del territorio con un alimento che lo caratterizza è il tartufo bianco di Alba (tra i relatori vi era Liliana Allena, presidente di Fiera del Tartufo di Alba). La grande Fiera annuale, che si tiene in autunno e che ha spento nel 2017 le 88 candeline, attrae migliaia di visitatori di cui moltissimi dall’estero. Chi scrive ha avuto occasione, nella pur non lontana Baviera, di incontrare appassionati che da alcuni anni approfittano dell’evento per trascorrere almeno un weekend nelle Langhe. Il cibo è il traino, e a seguito vi è ogni volta la scoperta di qualche aspetto nuovo dell’offerta turistica del territorio 537207_10200217184943436_770357403_n-e1445786696607-717x400che ospita la Fiera. Questo non è che un esempio, un esempio virtuoso, di reciproca valorizzazione tra produzione agroalimentare e offerta turistica di un intero territorio. Un concetto da più parti ribadito è stato, in sessioni di lavoro diverse, l’importanza del legame con la memoria per poter guardare al futuro. La tradizione, nella produzione agricola così come nella lavorazione dei prodotti e infine nella gastronomia, rappresenta anche un presidio per la qualità, oltre che per l’autenticità, che sono due caratteristiche che rendono i prodotti riconoscibili e vi conferiscono un valore indiscutibile e inattaccabile.

2. Scrivere di cibo. Abbiamo avuto modo di vedere in questi giorni, riprendendo in parte riflessioni già iniziate nelle DWuX2jjXUAA-Nx0scorse edizioni, quanto ampio e sfaccettato sia il cosiddetto mondo del “food” e come il “food writing” sia un campo di difficile definizione, che si presta a interpretazioni differenti. Quella che più ci convince è quella che traccia una ben marcata differenza tra la critica gastronomica e lo “scrivere di cibo”. In questa accezione, scrivere di cibo vuol dire narrazione, raccontare cioé una storia, sul cibo o intorno al cibo. Non si tratta, quindi, di descrivere un piatto o un servizio, dandone una valutazione, quanto piuttosto di raccontare l’origine di un alimento e il suo legame con luoghi e persone. Come e quando è stato introdotto un alimento (materia prima o prodotto finito), eventi storici, significati attribuiti al cibo, il valore e la dimensione sociale, il lavoro delle persone coinvole. Molti di questi aspetti evolvono con il tempo, la cosiddetta globalizzazione dei consumi può cambiare l’approccio verso cibi già presenti oppure porta a confrontarsi con cibi nuovi. Esigenze che mutano, infine, impongono cambi di paradigma nelle scelte che riguardano le filiere produtive o cambiamenti nelle scelte alimentari della popolazione nel suo insieme. Occuparsi di comunicazione riguardante il cibo richiede preparazione e competenza, onestà, professionalità, e questo è un punto ben saldo e condiviso. Sembra dunque esserci, diffusa, l’esigenza di innalzare il livello qualitativo di tale comunicazione, sia nell’ottica di rendere un servizio alla collettività (concetto che abbiamo già sottolineato ma che risulta di fondamentale importanza), sia per migliorare il riconoscimento dei professionisti che si occupano di questi temi.

Nella giornata odierna parteciperemo invece a uno dei press tour organizzati dal Festival, alla scoperta di alcune realtà molto particolari presenti proprio a Torino. I dettagli nelle prossime “cartoline”.

Chiara Trompetto

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