C’è un patrimonio storico e preziosissimo che rischia di scomparire, una serie di documenti pronti all’oblio fra cui i “quaderni di Antonio Gramsci”, il “Memoriale di Aldo Moro” e il “testamento di Gian Lorenzo Bernini”. Purtroppo c’è molto altro, scritti che a causa della mancanza di risorse, dell’indifferenza delle istituzioni preposte che non destinano fondi,
C’è un patrimonio storico e preziosissimo che rischia di scomparire, una serie di documenti pronti all’oblio fra cui i “quaderni di Antonio Gramsci”, il “Memoriale di Aldo Moro” e il “testamento di Gian Lorenzo Bernini”. Purtroppo c’è molto altro, scritti che a causa della mancanza di risorse, dell’indifferenza delle istituzioni preposte che non destinano fondi, stanno per scomparire anche perché conservati in pessime condizioni.>
C’è un appello, in realtà una sirena di allarmi, lanciato da alcuni studiosi, fra cui Luciano Canfora che denuncia l’incuria con cui tali documenti sono trattati, i manoscritti di Gramsci in particolare, sono conservati in una cassetta di sicurezza in una banca del centro di Roma, in una condizione di mancanza d’aria, sbalzi di temperatura che nuocciono e degradano i documenti. La stessa cosa accade a documenti anche più antichi, come il testamento di Bernini che, come molti altri documenti datati, scritto con inchiostro a base di solfati, vede la carta sgretolarsi sotto la degradazione dei solfati stessi che diventano ruggine.
A questo scempio si deve aggiungere, nel già martoriato panorama culturale italiano, la chiusura, dell’Istituto Gramsci Siciliano, che le scelte di bilancio della Regione Sicilia hanno gravemente penalizzato già a partire dal 2013.
L’Istituto nei suoi quarant’anni di attività ha raccolto uno straordinario archivio storico comprendente, fra l’altro, le carte di Pio La Torre, Pompeo Colajanni, Girolamo Li Causi, Vittorio Nisticò, Andrea Finocchiaro Aprile, ed altri protagonisti della storia e della politica siciliane. Inoltre, ospita una biblioteca aderente al Servizio Bibliotecario Nazionale, specializzata in storia del Mezzogiorno d’Italia, ed è attivo nella pubblicazione di volumi (oltre 120) di storia politica e in attività di ricerca e promozione culturale. Dell’Istituto si occupano tre sole persone: una bibliotecaria, una archivista e un segretario amministrativo, che assicurano l’apertura dell’Istituto alla cittadinanza dal lunedì al sabato per quaranta ore settimanali.
L’attività dell’Istituto non è in discussione, le sale sono frequentate, sono a disposizione sessanta posti e postazioni internet per i lettori che utilizzano volentieri la struttura, pertanto per non perdere questo luogo di aggregazione e, soprattutto, non disperdere un inestimabile patrimonio che verrebbe così sottratto allo studio, alla formazione e alla ricerca, in tanti si stanno mobilitando.
Anche l’A.N.P.I. ha lanciato il suo appello e fra i primi firmatari compaiono: Dacia Maraini,
Luciano Canfora, Tullio De Mauro, Giuseppe Giarrizzo, Gioacchino Lanza Tomasi,
Antonio Sellerio,
Marcello Sorgi,
Giuseppe Tornatore.
Con la convinzione che solo la conservazione del passato consentirà di costruire un futuro solido, anche la Redazione di ArtInMovimento Magazine aderisce a questo appello.
Elena Miglietti
[Fonte Immagini: istitutogramscisiciliano.it, googleimmagini, istitutohoffmann.it]
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *