E si è conclusa, poco prima della mezzanotte di martedì 16 marzo, la seconda edizione del Koqix, rassegna di cinema indipendente proposta dalle Associazioni SystemOut e ArtInMovimento. Circa 250 gli accorsi al Cinema Centrale Arthouse di via Carlo Alberto, 27 a Torino per assistere all’importante tappa che prepara al Torino Underground Cinefest, al pari del
E si è conclusa, poco prima della mezzanotte di martedì 16 marzo, la seconda edizione del Koqix, rassegna di cinema indipendente proposta dalle Associazioni SystemOut e ArtInMovimento.
Circa 250 gli accorsi al Cinema Centrale Arthouse di via Carlo Alberto, 27 a Torino per assistere all’importante tappa che prepara al Torino Underground Cinefest, al pari del Filmmaker Day, dell’OIFF e del Collateral 102.
Sono stati proiettati 13 film di cui 3 lungometraggi e 10 cortometraggi.
La Giuria di esperti decreta come Miglior Lungometraggio il film israeliano Doubtful del regista Eliran Elya. La storia di un uomo distaccato che aspira a salvare giovani delinquenti attraverso l’arte e adolescenti pensierosi che non vogliono essere salvati.
Un film potentissimo. Un film ispirato a fatti realmente accaduti che vince per la sua capacità di arrivare allo spettatore senza ornamenti. Una regia corale e convincente oltre che un’interpretazione maschile, quella dell’attore protagonista Ran Danker, straordinaria.
Jenna del francese Christian Monnier è, invece, il Miglior Cortometraggio. Dopo dodici anni di assenza, Jenna, una donna transgender, torna alla casa della sua famiglia sulle isole di Saint Pierre e Miquelon per i funerali della sorella. Questa occasione permetterà a Jenna di vedere di nuovo Armelle, la sua amica d’infanzia, così come i suoi genitori, Manu e Florence. Ma l’incontro non va proprio come avrebbe voluto. Il film vince per la sua capacità di affrontare un tema importante e tutti i suoi pregiudizi attraverso una regia equilibrata ed una fotografia superlativa. Emerge con forza inoltre il tema del distacco e del rapporto padre figlia. Al regista Christian Monnier il merito di aver affrontato l’intero processo con una sensibilità rara.
Continuiamo a lavorare per la settima arte, per fare lustro al cinema indipendente e per far toccare con mano la bellezza della manifattura di tali prodotti e i nuovi linguaggi che li contraddistinguono, afferma Annunziato Gentiluomo, Presidente dell’Associazione ArtInMovimento.
Il pubblico torinese ci segue e apprezza quanto stiamo realizzando. La nostra mission ormai è chiara e proseguiamo il nostro lavoro con costanza e professionalità, conclude Matteo Valier, Referente dell’Associazione SystemOut.
La realtà SystemOut-ArtInMovimento Cinema si sta imponendo con una certa riconoscibilità nell’ambiente torinese e anche a livello nazionale. Noi, come testata, continuiamo a sostenere il progetto che si sta ingrandendo.
Chiara Trompetto
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