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Le App che aiutano a salvare il cibo dallo spreco

Le App che aiutano a salvare il cibo dallo spreco

Pochi giorni fa il l’Assemblea Nazionale francese ha firmato un provvedimento che vieta ai supermercati di sprecare il cibo in scadenza o in eccedenza, obbligandoli di fatto a donarlo a mense ed associazioni no-profit, con le quali si dovranno stipulare adeguate convenzioni. Per quanto riguarda il cibo avariato, esso dovrà esse utilizzato per il compostaggio

food_headerPochi giorni fa il l’Assemblea Nazionale francese ha firmato un provvedimento che vieta ai supermercati di sprecare il cibo in scadenza o in eccedenza, obbligandoli di fatto a donarlo a mense ed associazioni no-profit, con le quali si dovranno stipulare adeguate convenzioni. Per quanto riguarda il cibo avariato, esso dovrà esse utilizzato per il compostaggio e per finalità energetiche.
L’iniziativa francese ha riscosso un grande successo mediatico, tanto che anche in Italia e Gran Bretagna si sono ispirati ad essa per promuovere due petizioni online.
Lo stesso Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha dichiarato di avere molto apprezzato la decisione del Governo d’Oltralpe e di auspicare soluzioni analoghe anche nel nostro Paese.last-minute-sotto-casa-e1434905545776
Se non vi sono cenni di interesse da parte della politica, si muove però il mondo delle Start-up.
Last minute sotto casa è una piattaforma che consente ai negozi di informare i cittadini che abitano nella zona limitrofa quando vi sono prodotti in eccedenza o in scadenza. Saranno i clienti stessi a indicare il raggio entro il quale sono disposti a valutare l’offerta di un “last minute”.
Bring the food si rivolge invece all’industria alimentare e alla ristorazione, facendo da garante tra donatori e beneficiari e autorizzando le associazioni a recuperare il cibo. Un’attività similare è quella svolta da Breading (che concentra il suo lavoro sulle panetterie), e Expolis dell’Associazione Ronda della carità e della solidarietà ONLUS.
ratatouilleapp-1024x341Ratatouille è uno strumento che permette ai privati di condividere il cibo in eccesso che resterebbe in casa o andrebbe buttato via al momento di una partenza. L’App si presenta come un frigorifero virtuale all’interno del quale sono visualizzati i prodotti che si desidera donare, funziona con il sistema della geolocalizzazione e consente perciò di creare una mappa dei “frigoriferi” più vicini.
MyFoody è un sito per ora disponibile solo a Milano e in versione beta. Si tratta anche in questo caso di un sistema che geolocalizza e mette in rete i consumatori e i punti vendita, dando la possibilità di reperire prodotti in scadenza/eccedenza, prenotarli e ritirarli in giornata. Il progetto prevede che la piattaforma diventi una App mobile e che vengano inclusi nella rete anche nomi importanti della grande distribuzione.
I Food Share infine consente la condivisione di cibo in eccedenza. Prevede la partecipazione di cittadini ed esercenti 1604976_808391445889883_1118511443360669685_nma senza scambio di denaro, bensì con l’unico principio della messa in comune dei beni che altrimenti andrebbero sprecati. Ve ne abbiamo già parlato presentando le attività della comunità di Foodsharing Torino e lo stesso si può estendere alle molte realtà similari che stanno nascendo.
Quello dello spreco alimentare, e dei meccanismi virtuosi per fermarlo, è un tema di forte attualità che per fortuna sta stimolando la ricerca di soluzioni, nel nome dell’innovazione e del risparmio, non solo di cibo, a vantaggio di tutti gli elementi della catena. Si moltiplicano anche le occasioni di confronto e di informazione sull’argomento, come ad esempio il recente EarTHink Festival tenutosi a Torino. Basti inoltre pensare che addirittura Expo2015 ha l’alimentazione come tema portante, ivi comprese le sue criticità e le cose da cambiare nell’impostazione globale della stessa, dalla produzione al commercio.
Fondamentale sarà non far abbassare il livello di attenzione sul tema una volta terminata Expo, ma sfruttare la scia positiva per dare impulso alle soluzioni che già sono sul campo e sulle quali si può ragionevolmente e giustamente investire, anche a livello istituzionale.
Chiara Trompetto
[Fonti delle immagini: Foodsharing Torino, thefoodmakers.startupitalia.eu]

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