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Nel sottosuolo di Napoli per osservare i raggi cosmici

Nel sottosuolo di Napoli per osservare i raggi cosmici

Lo spettacolo spettacolare dei fenomeni della natura trova spazio da maggio di quest’anno nel sottosuolo di Napoli. Infatti, a 40 metri di profondità, nella stazione Toledo della linea 1 della metropolitana, è stato installato un dispositivo in grado di mostrare il passaggio di particelle energetiche liberate dal Sole, altre stelle, supernove e quasar. Sono i

supernova_raggi_cosmici-638x425Lo spettacolo spettacolare dei fenomeni della natura trova spazio da maggio di quest’anno nel sottosuolo di Napoli. Infatti, a 40 metri di profondità, nella stazione Toledo della linea 1 della metropolitana, è stato installato un dispositivo in grado di mostrare il passaggio di particelle energetiche liberate dal Sole, altre stelle, supernove e quasar.
Sono i raggi cosmici e, grazie a questa trovata, sono visibili a occhio nudo con un rilevatore fornito dai Laboratori nazionali del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, un progetto sostenuto dal Comune di Napoli e dalla Regione Campania. Si tratta del primo progetto del genere in Italia, un’iniziativa rivolta alla cittadinanza, con lo scopo di sensibilizzare sul lavoro svolto dai ricercatori e avvicinare al mondo entusiasmante dell’astrofisica.
In attesa della metropolitana i viaggiatori potranno rivolgere lo sguardo alle particelle che compongono i raggi cosmici cheImpulsi di un quasar ci attraversano ogni secondo, una straordinaria possibilità, i raggi infatti non sarebbero visibili a occhio nudo, ma grazie ai foto-rivelatori si lascia via libera allo stupore di led che si accendono e che, con lampi di luce, individuano il posizionamento esatto delle particelle stesse.
Oltre alla meraviglia dell’osservazione, il progetto ha il grande pregio di portare i risultati della ricerca scientifica fra le persone, dando la possibilità di partecipare dei risultati conquistati e delle conoscenze acquisite e, ancora, fornire spunti per nuovi interrogativi che stimolino, magari, ricercatori del futuro.
Elena Miglietti
[Fonte Foto: scienze.fanpage.it, astronomiamo.it]

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