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“Polpettology”: filosofia, ironia e tanta voglia di “polpettare”

“Polpettology”: filosofia, ironia e tanta voglia di “polpettare”

Se deciderete di leggere questo libro, abbiamo solo un’avvertenza: vi verrá una gran voglia di “polpettare”, quindi assicuratevi di poterlo fare nel breve periodo per non incorrere in inutili frustrazioni! Scherzi a parte (ma non troppo), questo piccolo volume di lettura veloce e scorrevole si fa notare per l’originalitá del taglio, che a tutta prima

54518956_10218513890069629_2815225911475961856_nSe deciderete di leggere questo libro, abbiamo solo un’avvertenza: vi verrá una gran voglia di “polpettare”, quindi assicuratevi di poterlo fare nel breve periodo per non incorrere in inutili frustrazioni! Scherzi a parte (ma non troppo), questo piccolo volume di lettura veloce e scorrevole si fa notare per l’originalitá del taglio, che a tutta prima puó sembrare presuntuoso, ma scopre cosí alcuni risvolti interessanti e insoliti, di quelli che – almeno a chi scrive – hanno fatto pronunciare la fatidica frase “Toh guarda, non ci avevo mai pensato!”.
Un plauso, dunque, all’originalitá di “Polpettology” che fa, per definizione delle stesse autrici, “filosofia della polpetta”, potremmo dire una fenomenologia della polpetta.

L’alimento è visto nella sua veste simbolica, auspicandone per svariate ragioni il riconoscimento come cibo nazionale. Sono molti gli aggettivi con cui la polpetta viene qui definita e celebrata, forse con una enfasi ridondante e un po’ ripetitiva, ma è un “troppo” perdonabile, perché in cambio consegna al lettore tutta la carica di genuino entusiasmo che le autrici nutrono verso la protagonista.
Dalle tavole degli antichi sino ai giorni nostri, passando per le case delle nostre nonne, attraversando una storia comune e le tante storie individuali, piatto conviviale per eccellenza, facile da prepaparare ma non veloce, richiede tempo, dedizione e il tocco personale che sono gli ingredienti piú importanti. La polpetta rappresenta una cucina anti-spreco e slow, non standardizzata nella preparazione ma uniforme e democratica nel risultato.
Vi sono alcuni punti fermi, per esempio la salvia quale spezia irrinunciabile nelle classiche polpette di carne, tuttavia le polpette si possono fare davvero con qualunque cosa, possono essere Veg, Gluten Free, salate o dolci, e trovano declinazione praticamente nelle tradizioni culinarie di tutto il mondo. Sono un cibo che unisce e, per usare un altro termine molto in voga attualmente, sono seza dubbio glocal.
Il testo scorre, con molte informazioni, curiositá e citazioni storiche, letterarie, artistiche.
La seconda parte del libro presenta ben 50 ricette, ce n’è davvero per tutti i gusti, e le pagine finali sono un diario di cucina a disposizione del lettore che voglia cimentarsi nell’invenzione di ricette proprie. E fidatevi, vi verrá voglia di farlo il prima possibile (noi ci abbiamo messo due giorni dalla fine della lettura!).

Le autrici sono Deniela Brancati e Daniela Carlá, giornalista e giá autrice la prima (ma per la prima volta alle prese con l’argomento cibo), la seconda dirigente generale della Pubblica Amministrazione a Roma e direttore della rivista “Nuova etica pubblica”. “Polpettology” é uscito a gennaio del 2019 ed è edito da Manni.

Chiara Trompetto

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