Girovagando lungo i padiglioni del Lingotto Fiere in occasione del Salone del Gusto e di Terra Madre, che quest’anno sono alla loro decima edizione torinese, non si può non essere attratti dai profumi che svelano storie di vita passata e presente, di sogni realizzati e di anni passati sotto il sole in attesa di un
Girovagando lungo i padiglioni del Lingotto Fiere in occasione del Salone del Gusto e di Terra Madre, che quest’anno sono alla loro decima edizione torinese, non si può non essere attratti dai profumi che svelano storie di vita passata e presente, di sogni realizzati e di anni passati sotto il sole in attesa di un raccolto prospero.
Poi incroci quei volti illuminati dalla felicità o, anche, adombrati dalle delusioni; volti soddisfatti, alcuni rigati da rughe di amarezza, altri ancora segnati dalla stanchezza e leggi quella fierezza d’uomo d’altri tempi capace di offrirti il piacere di gustare qualcosa di unico, qualcosa che forse non hai mai assaggiato e ad un tratto ti abbandoni ad un’esplosione di sapori unici, speciali, tipici.
E ti ritrovi a cercare la tua terra natia, e vaghi tra gli stand alla ricerca della tua storia, dei tuoi ricordi sensoriali. Perché al Salone del Gusto tu speri di ritrovare quei sapori e quei profumi della tua infanzia e quando li trovi gioisci insieme ai tuoi conterranei.
È la tipicità di questi prodotti a far da regina del Salone del gusto e di Terra Madre.
Andare alla ricerca del prodotto tipico, che sottintende qualità e unicità, è diventato un obiettivo di molte persone. Ed il loro essere prodotto di qualità implica rinnovare un impegno verso il territorio e l’ambiente, che va tutelato, valorizzato, sostenuto.
Divertente è stata la giornata trascorsa col Direttore Gentiluomo che, attratto da questi profumi tipici ne seguiva la scia. Difficile seguirlo!
Al Salone del Gusto si è così, si vagabonda e si assaggia tutto. Passi dal dolce al salato…Ed è tutto inconfondibilmente buono ed unico.
Attratti da tutto quello che incontri sui banconi allestiti per l’occasione, finalmente raggiungi la pace che cercavi: i sapori della tua terra.
Tra gli stand inizi a vedere paesi che conosci e inizi a chiacchierare con questi personaggi paesani, e scopri di avere amici in comune, amici veri, quelli che incontri per strada e non su piattaforme multimediali. Ti lasci cullare dai sapori di casa tua.
Assaggi di tutto: dal caciocavallo di Ciminà (Caseificio Romano Anna), alla nduja calabrese, al succo di bergamotto della provincia di Reggio Calabria, al prosciutto del suino nero dei Nebrodi di Mirto (Macelleria Salumificio La paisanella di Agostino Sebastiano), al pistacchio di Bronte (Caudullo frutta secca), alla crema di carciofi spinosi di Menfi.
E ti senti a casa!
Abbiamo comprato di tutto. Si è fatto sera… Meno male!
Al mio ritorno a casa ho trovato tra le mie cose un paio di prodotti tipici del direttore. Che fare? Restituirglieli? Ma anche no!
È pur sempre il direttore; non ho avuto scelta!
Adelasia C. Lo Sardo
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