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Sei Nazioni: Fase 2

L’Italia del rugby gioca una partita davvero opaca contro l’Inghilterra e, oltre a guadagnare il cucchiaio di legno, offre il fianco a una serie di critiche e riflessioni, una su tutte se la nostra nazionale sia degna di rimanere all’interno del Torneo 6 Nazioni. Un brutto pensiero, davvero, perché il rugby si sta facendo strada

Jonny May with George Fabio Biagi and Sergio Parisse 14/2/2015L’Italia del rugby gioca una partita davvero opaca contro l’Inghilterra e, oltre a guadagnare il cucchiaio di legno, offre il fianco a una serie di critiche e riflessioni, una su tutte se la nostra nazionale sia degna di rimanere all’interno del Torneo 6 Nazioni.
Un brutto pensiero, davvero, perché il rugby si sta facendo strada nell’immaginario collettivo, sia come sport da praticare, sia come sport da seguire e per cui tifare; però è pieno il cesto dei però: l’Italia è “vivace ma ancora limitata”, secondo la definizione di Tom Fordyce della Bbc, forse il meno duro nei confronti degli azzurri. Ecco quindi che cambia il parametro. Fra buone intenzioni e gioco in campo, la forbice è ampia, L’Italia ci crede, investe un po’, ma poi è debole, non diverte e rischia di non essere un avversario adatto alle altre rappresentative. Si fanno largo altri paesi. Georgia, Romania, Spagna, Germania, potrebbero trovare spazio nel torneo, bisogna combattere su più campi quindi: non solo dichiarare di essere nel 6 Nazioni, ma dimostrare di saperci stare. Tutto vero, ottima e fredda l’analisi dei tabloid inglesi, però, spiace (solo un po’) dirlo, ma la critica è per la nazionale inglese che, contro una compagine così sotto tono, avrebbe dovuto stravincere, non solo vincere. E mai e poi mai far passare i nostri poveri pulcini inadatti al torneo.Greig Laidlaw and Sam Warburton with John Mills and Glen Jackson at the coin toss winner 15/2/2015
Nell’attesa di vedere che cosa sapranno inventarsi per fare spazio a chi merita, archiviata la sconfitta dell’Italia, il rugby continua a dare spettacolo e la partita di ieri, domenica 15 febbraio fra Scozia e Galles, quanto meno riappacifica con questo sport, dinamico e divertente, quando giocato con una palla che sembra incandescente.
E’ tutto ritmo a Murrayfield dove già al 6′ il Galles si porta in vantaggio con un calcio di Halfpenny; neanche il tempo di festeggiare che al 10′ Stuard Hogg si mangia il campo e va in meta, grazie a un pallone magistralmente rubato da Grey. Subito dopo Laidlaw trasforma comodamente il calcio. Va così questo gioco, dopo tanto Galles, la meta la conquista la Scozia, che da questo momento diventa squadra arrembante, divertente da vedere.
Suonano le cornamuse in Galles, sembrerebbe proprio così! Richie Gray con tutti i suoi 102 kg spadroneggia e Alex Dunbar fa un gran lavoro a centro campo, mentre manca un po’ la terza linea dei Gallesi che, forse, stanno solo rifiatando.
Infatti, dopo un cacio di Halfpenny, regalato da Russel che si scontra in volo con Biggar, il Galles va negli spogliatoi dopo una meta di Webb, ottenuta dopo un contrattacco partito dalla metà campo.
Jonny May with George Fabio Biagi and Sergio Parisse 14/2/2015Nella ripresa la Scozia asseta due calci, il Galles uno, ma è tutto gallese il gioco che si vede in campo: meta di Davies servito da Biggar che porta il punteggio a +10. La difesa è tutta gallese e la Scozia non muove più il tabellone, anche se ci prova con Hidalgo-Craine che va in meta, ma con un attimo di ritardo.
C’è ancora un po’ di tempo ed è qui che si vede il rugby veloce, quello che si gioca in attacco e non, mamma mia che noia, in difesa: Jim Hamilton va in meta allo scadere del tempo, Russel trasforma, Scozia 23 – Galles 26, il pubblico ringrazia.
Elena Miglietti
[Fonte Foto: rbs6nations.com]

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