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Un inizio a cinque stelle per il 31simo TGLFF

Un inizio a cinque stelle per il 31simo TGLFF

Da poco si è conclusa la Serata di Inaugurazione del 31simo TGLFF – Torino Gay & Lesbian Film Festival con cui si è dato ufficialmente il via a uno degli eventi cinematografici più importanti del panorama italiano. È stato tutto perfetto! Una grande orchestrazione da parte dello staff del Festival che ha veramente colpito. Nulla è stato

TGLFF_serata inauguraleDa poco si è conclusa la Serata di Inaugurazione del 31simo TGLFF – Torino Gay & Lesbian Film Festival con cui si è dato ufficialmente il via a uno degli eventi cinematografici più importanti del panorama italiano.
È stato tutto perfetto! Una grande orchestrazione da parte dello staff del Festival che ha veramente colpito. Nulla è stato lasciato al caso e noi spettatori abbiamo potuto godere di uno spettacolo di alta qualità. L’incipit di Fabio Canino sulla storia e sulle peculiarità della sua Rainbow Republic, fra cui la dragma come moneta nazionale, ideata da un noto economista che di notte si trasforma in una drag queen, l’istituzione del buon gusto in luogo della buon costume e della Maria Callas International Airport, il Candy Candy Hospital e I will survive come inno nazionale. Un omaggio a Paolo rainbow-republic_originalPoli e uno a David Bowie. Il ricordo di Ettore Scola, Gianni Rondolino e Alfredo Cohen. L’accorata performance in unplugged, voce e chitarra acustista, di Paola Turci, che ci ha deliziati con quattro pezzi, iniziando con una delicatissima Volo così per poi cimentarsi in una personalissima versione di Cucurrucucu Paloma. E poi i saluti istituzionali, fra cui quelli dell’Assessore Monica Cerutti e del Sindaco Fassino, che ha evidenziato il ruolo di Torino nell’impegno contro ogni forma di discriminazione e quindi contro l’omofobia. E dopo l’elezione di Paola Turci come icona Gay da parte di Fabio Canino, si è passati alla proiezione, in anteprima italiana, di Stonewall (USA, 2015), intenso, autentico, importante testimonianza storico-sociale. Non si poteva scegliere film migliore. Un ritorno alle origini per capire da dove tutto è iniziato. Un tuffo in un’epoca che ha segnato la storia per il Movimento GLBT. Un’occasione per farci riflettere su quanta strada si è fatta dal Greenwich Village della New York del 1969 e su quanto ancora si deve fare a livello mondiale. Un film superbamente interpretato da Jeremy Irvine (Danny Winters), da Jonathan Rhys Meyers (Trevor) e da Jonny Beauchamp (Ray/Ramona), e magistralmente diretto dal regista tedesco, Roland Emmerich, già noto per pellicole come Stargate e Independence Day. La storia di Danny, cacciato di casa perché gay, si intreccia con la rivoluzione di quegli anni. E si vedono danzare il dramma individuale del fardello della propria omosessualità; la difficoltà di omologarsi a modelli che disconosceva e che non gli appartenevano; il sito_stonewall_1desiderio di potersi realizzare professionalmente con la NASA, a lui negata per il suo orientamento sessuale; la triste constatazione che solo la prostituzione era per i più l’unica strada per il proprio mantenimento; e l’abbandono da parte della famiglia, guidata da un padre fervente cattolico, impegnato contro il dilagare di questa “malattia”. Solo la sorella minore, Phoebe, interpretata con grazia da Joey King, rappresenta le sue origini e si oppone alle reazioni dei genitori, innescando nella madre un cambiamento. E il protagonista evolve con lo sfondo dei continui raid della polizia con cui si trova a confrontarsi. A regnare è il terrore fino all’irruzione del 28 giugno 1969 allo Stonewall Inn. Stanchi dell’ennesima irruzione immotivata delle forze dell’ordine, gli avventori dello Stonewall Inn, insorgono guidati dalla transessuale Sylvia Rivera, dando vita a una sommossa che cambierà per sempre la storia della comunità gay. La rivolta è considerata simbolicamente il momento di nascita del movimento LGBT, e da questa prenderà vita il primo Gay Pride a Manhattan, con le immagini del quale si conclude il film. Lacrime di commozione hanno solcato il nostro viso. Lacrime amare in quanto l’omofobia è ancora imperante anche nel nostro Paese. Lacrime di speranza perché qualcosa sta cambiando…
In sintesi, un inizio a cinque stelle per l’edizione 2016 del TGLFF!
Annunziato Gentiluomo

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