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Un ricordo dovuto a Gabo, premio Nobel per la letteratura…

Un ricordo dovuto a Gabo, premio Nobel per la letteratura…

Cronaca di una morte annunciata, parafrasando il titolo di una delle sue opere di maggior successo, pubblicata nel 1981, un anno prima del Nobel per la letteratura. La notizia della morte di Gabriel García Márquez, soprannominato Gabo, era stata più volte paventata e in seguito smentita negli ultimi mesi, con grande affanno delle “prefiche” da social

1Cronaca di una morte annunciata, parafrasando il titolo di una delle sue opere di maggior successo, pubblicata nel 1981, un anno prima del Nobel per la letteratura. La notizia della morte di Gabriel García Márquez, soprannominato Gabo, era stata più volte paventata e in seguito smentita negli ultimi mesi, con grande affanno delle “prefiche” da social network. Ma questa volta è vero, lo scrittore colombiano è morto a Città del Messico il 17 aprile 2014.
Nato il 6 marzo del 1927 ad Aracataca in Colombia, primogenito di undici figli, la sua origine segnò molto la sua produzione letteraria. Nelle sue opere, Márquez racconta del suo villaggio e della sua casa sovraffollata di fantasmi e abitata da tante persone.
La figura di Marquez non si può legare solamente alla sfera letteraria, ma da sempre è necessario contestualizzarlo politicamente. Ha utilizzato la notorietà raggiunta per farsi portavoce di libertà, lealtà e giustizia, spesso carenti nelle dittature sudamericane.
gabriel-garcia-marquez280751Le idee politiche dell’autore sono inscindibili dalla storia della Colombia, ma anche dall’influenza dei suoi nonni paterni. Il gusto del fantastico lo eredita indubbiamente dalla nonna mentre la visione pragmatica e storica dal nonno, un militare veterano della guerra dei mille giorni (1899-1902), guerra civile combattuta nella neonata Colombia repubblicana.
La morte è un tema ricorrente in svariati incipit delle opere di Gabriel García Márquez, da Cent’anni di solitudine che si apre con un plotone di esecuzione a L’amore ai tempi del colera con l’aria che sa di mandorle che annunciano l’autorità della morte. Il già citato Cronaca di una morte annunciata si apre con «Il giorno che l’avrebbero ucciso, Santiago Nasar si alzò alle 5,30 del mattino…». Sicuramente se avesse scritto un libro sulla sua morte, ce lo avrebbe raccontato nell’incipit, ma grazie alla sua produzione letteraria, Gabriel García Márquez ha dato senso all’esistenza del sé oltre la vita terrena. Perché un libro è vivo, oltre il suo autore, quando questo è nelle mani di un lettore, lasciandosi smuovere, modificare e interpretare ad ogni nuova lettura.
Mirko Ghiani

[Fonti delle immagini: www.theguardian.com e www.formiche.net]

 

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