Ero a Reggio Calabria ieri, arrivato alle 15.20, quasi tre ore prima della partenza del corteo, da giornalista e sociologo attento a quanto stava succedendo, da Presidente di ArtInMovimento e Zephyria, associazioni aderenti al CalabriaPride. Ho osservato i volontari allestire i carri, lo staff cercare di concludere il tutto prima delle 17.00, i capi-fila rispondere
Ero a Reggio Calabria ieri, arrivato alle 15.20, quasi tre ore prima della partenza del corteo, da giornalista e sociologo attento a quanto stava succedendo, da Presidente di ArtInMovimento e Zephyria, associazioni aderenti al CalabriaPride.
Ho osservato i volontari allestire i carri, lo staff cercare di concludere il tutto prima delle 17.00, i capi-fila rispondere ai giornalisti. Ho ascoltato i commenti di chi sul marciapiede assisteva a tanto fare e gli ultimi scambi degli organizzatori.
C’era fiducia… c’era gioia di essere riusciti a realizzare “A passiata” al di là di come sarebbe andata… c’era quell’entusiasmo capace di trasformare.
Alla fine, in un clima di festa e armonia, circa 2.200 persone hanno reso “vivo” il colorato corteo per il centro del capoluogo di provincia, corteo che si è concluso nell’Arena dello Stretto. I partecipanti erano lì fieri di aver potuto manifestare per i propri diritti in nome dell’amore che non ha sesso, genere, religione e orientamento sessuale. “Va detto con il cuore, LIBERO AMORE” spesso si urlava.
Una luce meravigliosa baciava i diritti nella magnifica location dell’Arena dello Stretto di Reggio Calabria. Mi sarei aspettato degli interventi più incisivi, delle parole nuove mentre invece troppe volte sono stato raggiunto da termini quali battaglia, lotta, sconfitta, vittoria… E soprattutto dal Presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romani, avrei preteso il resoconto di 41 giorni di manifestazione che non il solito attacco a chi vuole multare un bacio omosessuale. Ho apprezzato l’energia di Lavinia Durantini sul palco: il suo grande cuore contagiava i presenti. A parte qualche ingenuità forse dovuta all’immaturità davanti ad una prima prova di forza come il CalabriaPride, l’evento ha avuto delle valenze simboliche importanti. Quel che è certo è che qualcosa si è mosso. L’OndaPride ha dimostrato che la comunità GLBTI è presente e numerosa, adesso è la volta dei diritti.
Con gli occhi annebbiati di commozione, dal Coordinamento del CalabriaPride giungono le seguenti dichiarazioni, che confermano le affermazioni su esposte: “Il primo pride della storia italiana dichiaratamente antimafia, totalmente autofinanziato grazie alla generosità delle persone comuni che hanno compreso il lavoro del Coordinamento Pride e hanno voluto premiare il nostro coraggio e il nostro impegno nel realizzare un evento che segnerà la storia di questa terra.
E noi vogliamo ringraziare ancora tutti loro, ringraziamo il coraggio di tenere alte le teste e le bandiere arcobaleno, il coraggio di unirsi al corteo e non nascondersi più, infrangendo il velo di omertà che ci ha ammantati per troppo tempo.
Siamo ancora increduli, ci guardiamo felici e l’entusiasmo è già pronto per fare da motore a nuovi progetti. Perché abbiamo concepito questo primo gay pride non come una manifestazione isolata ma come un nuovo inizio, una promessa a tutta la Calabria di portare avanti la battaglia per i diritti degli omosessuali e dei transessuali ma anche, come abbiamo dimostrato, rimanendo attenti a tutti quelli che vengono giornalmente negati.
Il nostro stupore è ancora più grande vedendo le strade piene di giovani, che rilasciano interviste alle televisioni rivendicando il diritto all’amore, che sono stanchi di una terra che nasconde e reprime. È per questo che non abbiamo sentito la mancanza delle istituzioni, che hanno concesso i loro patrocini morali ma non hanno camminato con i cinquemila cittadini che erano con noi.
Il Calabria Pride non finisce qui. Renderemo presto noti i bilanci economici di questa manifestazione perché vogliamo essere trasparenti con tutti coloro che ci hanno aiutato e vorranno ancora aiutarci.
Abbiamo segnato un punto storico per la civiltà e la battaglia per l’uguaglianza, ci impegneremo affinché questo patrimonio non venga dissipato”.
Concludo dicendo che ciascuno di noi nel proprio piccolo deve fare il proprio “pezzo” affinché questa realtà cambi. Hanno preso parte alla manifestazione di ieri famiglie, bambini e anche gli animali domestici che facevano compagnia ai loro padroni. Libera e Agedo tra le associazioni presenti. Chi a piedi, chi in bicicletta, chi giovane aitante e bello, chi un po’ più anziano e felice di condividere un momento che solo qualche anno fa non sarebbe stato immaginabile. In molti in passato hanno scelto la via del reprimersi e sposarsi, come ha ricordato Vanni Piccolo, fiero di essere omosessuale, perché schiacciati era la pressione sociale.
Desidero chiudere con le parole di Porpora Marcasciano, portavoce del Movimento Italiano Transessuale, tra gli ospiti del Calabria Pride: «Tutti i pride sono belli, ma questo calabrese lo è di più, per due motivi: non ho mai visto un pride con uno scenario così incantevole e suggestivo come questo del Lungomare di Reggio sullo Stretto, e perché è il primo pride calabrese».
Grazie per i colori e grazie per il valore simbolico di questo inizio…
Annunziato Gentiluomo
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