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Il grande cuore di Swami Roberto

Il grande cuore di Swami Roberto

Dopo un agosto particolare, ricco di confronti e nuove anime riconosciute, e un ritorno a Torino in piena accoglienza, l’incontro con Swami Roberto, fondatore di Anima Universale, a Leinì (TO), non poteva collocarsi più perfettamente in linea. Oggi, domenica 3 settembre, il grande “amico” è stato fratello e padre di tutti. Durante il Darshan (oggi

Dopo un agosto particolare, ricco di confronti e nuove anime riconosciute, e un ritorno a Torino in piena accoglienza, l’incontro con Swami Roberto, fondatore di Anima Universale, a Leinì (TO), non poteva collocarsi più perfettamente in linea.

Oggi, domenica 3 settembre, il grande “amico” è stato fratello e padre di tutti. Durante il Darshan (oggi lo è stato più delle altre volte, oggi è stato soprattutto tramite della visione del Divino), Roberto si è offerto senza misura, dando speranza, infondendo fiducia e liberando dalle preoccupazioni un’ecclesia che era lì per crescere spiritualmente.

Ha iniziato proprio con me: avvolto da un profumo di rosa, ha alleggerito il mio corpo, apportandogli un’energia sottile e intensissima. Hai lavorato sul palmo della mia mano, sulla mia fronte e sulla mia nuca, e poi su tutto il tronco, avvolgendomi di un potente candore che stordisce e risveglia. Ho avuto l’opportunità di percepire la sua qualità vibrazionale, propria di chi è connesso veramente con la fonte, espressione di quella maestria che l’Oriente conosce bene e l’Occidente, più razionale, non arriva ad afferrare. Pieno di gratitudine ho seguito il suo invito a sedermi: dentro di me tanta pace, tanto rinnovato entusiasmo e un grande sì alla vita, all’Esistenza, occasione per ritornare a chi sono (siamo) veramente, per riscoprire in tutto la magnificenza di Dio.

E i brevi momenti verbali della funzione domenicale si sono focalizzati su Miryam, la divina Madre e sull’invocazione al Signore di purificare i nostri sensi, in particolare tre organi: occhi, orecchie e bocca.

Ad onor del vero, però, tutto è ruotato sulla Madre: i canti, i mantra e le preghiere di liberazione hanno avuto Lei al centro. Partendo dall’esempio della bellissima maternità che svetta nell’abside alle spalle dell’altare, recuperata fortuitamente e restaurata dalle sapienti mani di Ramia Carlo, simbolo di rinascita e testimonianza di Colei che vince la morte e ritorna alla sua autorità di regina e madre. Anche noi, come Lei, essendo Suoi figli possiamo risollevarci e ricominciare sempre, tenendo ben in mente la nostra natura regale che ci lega indissolubilmente a Dio.

La Divina Madre schiaccia il maligno: difatti, rivolgendoci al Suo potente nome, possiamo liberarci dall’incoerenza e dalla durezza del cuore, dal dubbio, dall’indifferenza, dalla falsità, dall’ipocrisia, dall’incredulità, dallo spirito di avarizia, dalla tristezza, dallo sconforto, dalla sfiducia, dall’abbattimento, dallo spirito di divisione che minaccia il nostro essere, dalle guerre dentro e fuori i nostri nuclei famigliari, dalle infermità corporali e mentali in quanto, essendo la Vittoriosa, è medicina che guarisce.

Lei è a noi vicina, la nostra Intermediaria, la nostra Avvocata, Colei che porta al Padre le nostre istanze.

E concludo solo citando, in una sorta di parafrasi, i versi finali dell’invocazione di purificazione dei sensi di Swami: Signore, rendi la mia parola potente, rendila uno strumento di guarigione. Fa’ che la mia parola sia come la Tua, creatrice di amore, speranza e vita!

Concentriamoci sulla vita, sull’essere ambasciatori di bellezza e armonia. Dio ci vuole al Suo servizio come costruttori di ponti, come stendardi di luce. Ci vuole suoi collaboratori! Voliamo alto oltre il pettegolezzo, oltre la bassezza, oltre l’ipocrisia, la cattiveria e l’opportunismo. Non facciamoci incantare dall’effimero. Lasciamo andare e non ci imbarchiamo in battaglie egoiche: sono perdite di tempo che non producono nulla se non tensione e divisione. Siamo, come ci ricorda Matteo, astuti come serpenti e puri come colombe, attiviamo una vista espansa, capace di non farci focalizzare solo sul particolare, ma di permetterci di leggere le situazioni in modo più globale. Facciamo scivolare da noi ciò che è disfunzionale alla nostra crescita e intraprendiamo la strada della semplificazione. Se fossimo onesti, ci accorgeremmo che molto di ciò che di pesante viviamo è frutto di nostre proiezioni, di aspettative disilluse che ci allontano dal vero percorso e dal qui e ora. Guardiamoci dentro: non siamo soli. Siamo vittoriosi perché abbiamo Dio con noi.

Grazie, Swami, per avermi dato tanto, per avermi confermato che la ricerca che ho da intraprendere è sulla Grande Madre, e per avermi ricordato quanto sia bella la vita e come sia importante onorarla e servire il Grande Progetto d’Amore di Dio. A ciascuno, secondo il proprio grado di coscienza. A ciascuno, secondo il proprio livello animico. Inoltre ho avuto la possibilità di conoscere una bella anima, Tony: un altro regalo di questa domenica magica.

Annunziato Gentiluomo

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