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Trasformazione: la parola chiave per questa prima edizione del convegno “Andare Oltre”

Trasformazione: la parola chiave per questa prima edizione del convegno “Andare Oltre”

Abbandonate il pensiero di un tempo lineare, abbandonate i concetti di “prima” e “dopo”, abbandonate l’idea di una dicotomia tra buio e luce, tra morte e vita. Abbandonate tutto questo e riuscirete a non sorprendervi se vi diciamo che è possibile, dopo un intero weekend passato a parlare e riflettere sulla morte, non provare paura

andare oltre immagineAbbandonate il pensiero di un tempo lineare, abbandonate i concetti di “prima” e “dopo”, abbandonate l’idea di una dicotomia tra buio e luce, tra morte e vita.
Abbandonate tutto questo e riuscirete a non sorprendervi se vi diciamo che è possibile, dopo un intero weekend passato a parlare e riflettere sulla morte, non provare paura né angoscia, né tristezza, ma al contrario un grande senso di serenità. È quanto è accaduto a Borgaro Torinese in questa prima edizione del convegno Andare Oltre. Tutti uniti nella luce, che vi abbiamo anticipato e presentato nelle settimane scorse.
La varietà di approcci e gli spunti di riflessione, la grande preparazione, la qualità e la serietà dei relatori, la capacità di sintesi e di evidenziare i legami tra gli interventi del presentatore, il nostro direttore responsabile Annunziato Gentiluomo sono gli elementi che hanno contribuito a far scorrere il dibattito cambiando più volte prospettiva. Si è osservato il “problema” della morte dal punto di vista socio-culturale e filosofico, dalla parte del medico e del terapeuta, dalla parte del malato e del morente, infine dalla parte del familiare e dell’amico che si trovino ad affrontare il lutto. L’ottica è stata dunque multidimensionale, con un tinta antropologica.poesia
Ho messo volontariamente tra virgolette la parola problema, poiché uno dei miti che si sono sfatati in questi giorni è proprio quello che vede e racconta la morte solo come un problema, un fatto unicamente negativo, da allontanare il più possibile, nel tempo e nello spazio.
Occasioni di riflessione attenta e curata come il convegno di questi giorni aiutano cambiare il paesaggio mentale a cui siamo abituati. La parola chiave che può riassumere tutto ciò che è stato detto e sperimentato, è la parola trasformazione. La trasformazione fa parte comunque dei processi vitali, riguardanti cioè le cose vive. Ci si è allontanati un po’ dalla cultura occidentale, per scoprire come è visto, narrato e affrontato questo momento di passaggio altrove, in particolare nella cultura indiana e vedica e nella tradizione sciamanica. Il prossimo anno vi è già in programma di proseguire il viaggio visitando altri mondi. Gli organizzatori stanno vagliando la cultura tibetana, quella africana dei griots e anche quella dei queros, i discendenti della civiltà inca.
Il fil rouge dei due giorni di lavori è stata l’arte, le forme di espressione artistica come strumento sia di guarigione, sia di superamento del dolore della perdita, sia come mezzo per raggiungere l’immortalità, nel ricordo e nella continuità della ctx99ooxgaam9_e-1propria opera. I lavori sono stati aperti da Samuele Maritan, che ha letto dei brani scelti da Les fleurs du Mal di Baudelaire e dal libro di Lorenza Aimone Querio, organizzatrice delle precedenti edizioni de “L’Invisibile Ponte dell’Amore“. Altre poesie sono state scelte come chiosa dei propri interventi sia da Giovanni Cortese che da  Stefano Gay, mentre Marta Tamburini, che sulla parola scritta e la narrazione basa il suo lavoro, ha recitato il terzo canto dell’Inferno de La Divina Commedia. Infine, Emiliano Toso con il suo pianoforte, accompagnato dal violoncello di Lorena Borsetti, e la sorpresa di sabato sera con Silvia Pellegrino che ha cantato “Amazing grace” accompagnata da Guido Canavese al pianoforte e da Max Ormea alla chitarra.
In ultimo, la presenza dei sensitivi, storyteller e terapeuti IADC. gratuitamente a disposizione per incontri individuali con i partecipanti, ha concretizzato lo spirito di servizio che è stato alla base della nascita di questo progetto, rispondendo a quella che era forse la domanda principale del pubblico accorso, una domanda di supporto, comprensione e ascolto.
Come era negli intenti e nelle premesse, il convegno Andare Oltre si è rivelata un’esperienza capace davvero di essere trasformativa.

L’appuntamento è per il prossimo anno, date già fissate al 14 e 15 ottobre.
Chiara Trompetto

[Fonti immagini: ArtInMovimento, giftsitter.com]

 

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