Domani, 3 maggio alle ore 11.00 l’appuntamento con i Concerti Aperitivo del Teatro Carlo Felice di Genova della domenica mattina vedrà in scena la prova d’assieme dell’Opera CARMEN di Georges Bizet diretta da Giorgio Bruzzone per la regia di Davide Livermore. Il pubblico dell’Opéra-Comique di Parigi, il 3 marzo 1875, prese una delle più clamorose cantonate nella storia
Domani, 3 maggio alle ore 11.00 l’appuntamento con i Concerti Aperitivo del Teatro Carlo Felice di Genova della domenica mattina vedrà in scena la prova d’assieme dell’Opera CARMEN di Georges Bizet diretta da Giorgio Bruzzone per la regia di Davide Livermore.
Il pubblico dell’Opéra-Comique di Parigi, il 3 marzo 1875, prese una delle più clamorose cantonate nella storia dell’opera lirica: non capì che Carmen era un capolavoro senza precedenti e la fischiò. La sala fu scioccata dalla passionalità e dalla violenza della vicenda (che l’esperta coppia di librettisti Halévy e Mehilac aveva ricavato dall’omonima novella di Mérimée) e si spaventò davanti all’incontenibilità del carattere di Carmen, archetipo della futura femme fatale teatrale e cinematografica. Il contesto in cui si muovono i protagonisti non aiutò: per la prima volta si ascoltavano arie, duetti, quartetti, cori cantati da zingari, ladri, sigaraie, toreri e contrabbandieri; un universo sociale emarginato e di malaffare che non sembrò degno di calcare un palcoscenico operistico. Carmen fu un vero scandalo, insomma, che riempì la sala per quarantacinque repliche consecutive solo perché l’avversione generale si mescolò ad una curiosità morbosa.
Di lì a pochi mesi, però, compositori noti per i loro giudizi tranchant sulla musica altrui come Brahms e Wagner, filosofi senza peli sulla lingua come Nietzsche, si schierarono pubblicamente dalla parte del compositore, Georges Bizet, morto appena trentasettenne quattro mesi dopo il fiasco parigino. E tutti, allora, si accorsero in ritardo che Carmen svecchiava come nessun altro titolo la concezione tradizionale dell’opera lirica; e non tanto perché la musica di Bizet era riuscita a tradurre alla perfezione nella lingua musicale francese le sonorità di quella spagnola, quanto per la vitalità e la sensualità popolaresche che, finalmente, non venivano più messe al bando dalla musica colta. La partitura di Carmen è scritta con la consapevolezza e il controllo di un giovane maestro della melodia, dell’armonia e della strumentazione, che aveva studiato al Conservatorio di Parigi con Gounod e aveva vinto il più prestigioso concorso accademico musicale francese, il Prix de Rome. Ma al tempo stesso è senza freni e disinibita, figlia di un musicista con gli occhi rivolti alla vita e non solo alla scuola. E oggi, non soltanto Carmen è una delle opere più rappresentate al mondo, ma, come La traviata di Verdi o Don Giovanni di Mozart, è quasi il sinonimo stesso del teatro in musica.
Il Carlo Felice ripropone Carmen nella regia di Davide Livermore, che ha spostato la storia ai giorni della rivoluzione cubana: una scelta controcorrente, ma motivata dall’aver individuato un equivalente novecentesco dell’atmosfera conflittuale già presente nella trama originale.
Inserire quindi una prova d’assieme aperta al pubblico di un’opera così prestigiosa nell’iniziativa dei Concerti aperitivo conferma l’attenzione del Teatro ad educare gli animi e a socializzare i più al mondo della lirica, vanto per la nostra nazione.
Redazione di ArtInMovimento Magazine
[Fonte dell’immagine: it.wikipedia.org]
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