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Noseda e Poda impegnati nella “Turandot” al Regio di Torino

Noseda e Poda impegnati nella “Turandot” al Regio di Torino

Martedì 16 gennaio 2018, alle ore 20, il Teatro Regio di Torino mette in scena Turandot, di Giacomo Puccini. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Regio c’è il Direttore musicale del Teatro Gianandrea Noseda, che ha appena ricevuto una nomination ai 60th Grammy Awards, nella categoria Best Opera Recording. Il capolavoro di Puccini è presentato

Turandot-1718_622dMartedì 16 gennaio 2018, alle ore 20, il Teatro Regio di Torino mette in scena Turandot, di Giacomo Puccini. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Regio c’è il Direttore musicale del Teatro Gianandrea Noseda, che ha appena ricevuto una nomination ai 60th Grammy Awards, nella categoria Best Opera Recording. Il capolavoro di Puccini è presentato in un nuovo allestimento con regia, scene, costumi, coreografia e luci di Stefano Poda. Una spettacolare produzione che già si preannuncia come una delle più attese dell’intera Stagione.
Nel cast spiccano grandi artisti di fama internazionale: nel ruolo della protagonista, in alternanza, i soprani Teresa Romano e Rebeka Lokar, il tenore Jorge de León nei panni di Calaf e il soprano Erika Grimaldi come Liù.
Turandot-1718_622bQuesta Turandot è anche il primo contributo del Regio di Torino al progetto europeo OperaVision, la piattaforma video interamente dedicata all’opera, evoluzione del precedente portale The Opera Platform che, forte degli enormi consensi registrati dal 2015, si rinnova ora in una nuova veste grafica e di contenuti. Turandot sarà visibile in streaming gratuito per sei mesi a partire dal 25 gennaio su www.operavision.eu, offrendo così a una sconfinata platea internazionale l’opportunità di assistere a questa nuova produzione firmata Teatro Regio. Inoltre, proseguendo la collaborazione con Unitel Classica/CMajor, verrà realizzato anche un DVD. Prima Turandot-1718_622cdella Prima, lo storico programma televisivo della Rai sul mondo dell’opera, torna in onda con una puntata dedicata proprio a questa nostra nuova produzione mentre Save the date, il programma in onda su Rai5 che presenta gli appuntamenti più importanti della scena culturale italiana, dedicherà un servizio in onda a partire dal 20 gennaio.
Turandot è la grande “incompiuta” del Novecento: la volontà di Gianandrea Noseda è quella di rispettare fedelmente il manoscritto autografo e di eseguire la partitura fin dove arrivò Puccini, senza alcun finale postumo. Quella fine non mi ha mai convinto non ho mai capito quel lieto Noseda-2016_4fine esagerato. Puccini si era fermato tre anni, prima di morire, su quel momento che non riusciva a rendere drammaturgicamente; noi, quindi, concluderemo l’opera dopo la morte di Liù, con un finale che forse arriverà di più al cuore degli spettatori, dichiara il Direttore.
Stefano Poda, autore dalla raffinata poetica metafisica e onirica, torna al Regio dopo i successi ottenuti con Thaïs, Leggenda e Faust. Artista completo, Poda ha creato per questo allestimento un mondo trascendentale nel quale il gelo di Turandot si scontra con l’ardente passione di Calaf. Lo spazio scenico metterà ben in evidenza questo conflitto mentre, Poda_622bnell’impostazione drammaturgica, il personaggio di Liù, terzo polo tra Turandot e Calaf, acquisterà un inedito spessore teatrale, carico di intenzioni.
Un cast internazionale di grandi solisti sarà impegnato, dal 16 al 25 gennaio, nelle nove recite di Turandot. Nel ruolo del titolo si alternano i soprani Teresa Romano e Rebeka Lokar. Romano, giovane rivelazione del mondo della lirica, in pochi anni, ha debuttato i principali ruoli del suo repertorio diretta da Claudio Abbado, Riccardo Muti e al fianco di Placido Domingo (nel 2016 ha debuttato nel ruolo di Turandot ottenendo un notevole riscontro di pubblico e critica). Rebeka Lokar, soprano sloveno dotata di grandi TeatroRegio_logomezzi vocali, appena osannata da pubblico e critico per la sua interpretazione di Minnie ne La fanciulla del West, al San Carlo di Napoli, torna al Regio dopo la sua Amelia de Un ballo in maschera diretta da Renato Palumbo. Calaf è interpretato dal tenore Jorge de León: già vincitore del concorso Julián Gayarre, ha affrontato con successo i principali ruoli per tenore del repertorio pucciniano in importanti teatri europei: dalla Staatsoper di Berlino e di Vienna, al Liceu di Barcellona e al Teatro Real di Madrid; per la prima volta è ospite del Teatro Regio. Interpreta Liù il soprano Erika Grimaldi, Claudio Fenoglio©Ramella&Gianneseartista molto amata dal pubblico del Regio, dalle spiccate doti vocali e sceniche, torna a interpretare uno dei ruoli a lei più congeniali. Completano il cast: il basso In-Sung Sim (Timur), il tenore Antonello Ceron (Altoum), il baritono Marco Filippo Romano (Ping), i tenori Luca Casalin (Pang) e Mikeldi Atxalandabaso (Pong), il baritono Roberto Abbondanza (un mandarino) e il tenore Joshua Sanders (il principe di Persia). Nei giorni 17, 19, 23, e 25 gennaio, Liù sarà interpretata dal soprano Natalia Pavlova e Calaf dal tenore Diego Torre, tranne che per la recita del 23 nella quale sarà in scena Gastón Rivero.
Il Coro del Teatro Regio e il Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” sono istruiti da Claudio Fenoglio. Turandot, ultima opera di Puccini, è in realtà una fiaba di Carlo Gozzi su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni. La storia narra le vicende di Turandot, femme fatale sterminatrice dei s1926-Turandot-frontespiziouoi pretendenti, che scopre l’amore grazie a un principe ignoto, Calaf. La trasformazione di Turandot, da principessa algida e sanguinaria a donna innamorata, avviene non senza il sacrificio di Liù, giovane schiava invaghita anch’essa di Calaf. Secondo il libretto, l’opera ha un lieto fine con l’unione di Turandot e del principe ignoto, tuttavia è possibile che Puccini, non convinto di quel trionfo d’amore conclusivo, abbia lasciato la partitura incompiuta. Come avvenne alla prima assoluta dell’opera, diretta da Toscanini, così Noseda fermerà l’esecuzione proprio nel punto in cui Puccini smise di scrivere, assumendo l’impossibilità di ultimare il dettato pucciniano: innovativo, imprevedibile e intoccabile, per questo da rispettare e contemplare nel suo mistero. Lo spettacolo, in tre atti e quattro quadri, ha una durata complessiva di circa 2 ore e 30 minuti.
Paolo Giani Cei è regista collaboratore e assistente.
Sicuramente da non perdere!
Redazione di ArtInMovimento Magazine

 

 

 

 

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