È Betly il secondo titolo del Bergamo Musica Festival 2014, che in 178 anni di storia, dalla sua prima rappresentazione al Teatro Nuovo di Napoli nel 1836, solo tre volte ha calcato le scene del maggior teatro bergamasco, nel 1948, nel 1968 e nel 1983. Torna quindi quest’anno, dopo ventuno di assenza, per una lunga serie di
È Betly il secondo titolo del Bergamo Musica Festival 2014, che in 178 anni di storia, dalla sua prima rappresentazione al Teatro Nuovo di Napoli nel 1836, solo tre volte ha calcato le scene del maggior teatro bergamasco, nel 1948, nel 1968 e nel 1983. Torna quindi quest’anno, dopo ventuno di assenza, per una lunga serie di rappresentazioni diversamente distribuite nei mesi tra settembre e novembre, ora al Teatro Sociale, ora al Donizetti, in quest’ultimo caso a favore del pubblico del progetto La Scuola all’Opera. Si comincia al Sociale, domani, 27 settembre, con due rappresentazioni (alle ore 15.30 e alle ore 18.00), inserite a incastro tra le due recite di Lucia di Lammermoor, programmate per venerdì 26 e domenica 28 settembre al Teatro Donizetti.
Le precedenti rappresentazioni bergamasche del titolo avevano visto in scena a Bergamo la versione di Betly ampliata dallo stesso autore in due atti del 1837, ed era sempre abbinata a un altro titolo: nel 1948 e nel 1993 al Campanello dello speziale, e nel 1968 a Il giovedì grasso.
La rappresentazione di quest’anno si presenta con caratteristiche completamente differenti dalle precedenti. In primis, il titolo è in sé preso e non accostato ad altri, e inoltre viene proposto in edizione critica, secondo la primissima versione napoletana, che prevede i dialoghi in prosa invece dei recitativi secchi. Tali recitativi sono stati approntati anche dall’autore per le rappresentazioni del titolo successive a quelle napoletane della prim’ora. Nel caso di Betly Donizetti è infatti sia il compositore della musica sia l’estensore del testo lirico, adattato a partire dal libretto «elaborato da Scribe e Mélesville per Le chalet di Adam, a sua volta derivato dal Singspiel di Goethe Jery und Bätely».
Al regista Luigi Barilone è stato chiesto di raccontare una Betly del terzo millennio: «Dopo gli anni di privazione e paura della Grande Guerra, gli anni Venti si aprono come una nuova epoca di benessere ed ottimismo. La società è pervasa da un nuovo senso di libertà e speranza, che porterà a chiamare quel decennio gli Anni ruggenti. Betly la vedo proprio così: una piccola tigre ruggente. Una donna che vive da sola, e sola intende rimanere; in una capanna isolata tra le montagne svizzere deve essere una donna molto forte, dinamica ed indipendente. Ho trasformato la sua capanna nel resort di lusso Die Schweizer Hütte e ho trasposto la vicenda proprio negli Anni Ruggenti. La migliore società del tempo si ritrova sulle montagne dell’Appenzell per le vacanze sulla neve e il resort di Betly è il posto più à la page. Tra i clienti di questo lussuoso resort un ragazzetto ricco e un po’ viziato che ogni anno sale sull’Appenzell per rincorrere il suo sogno d’amore: Betly, spirito troppo libero, troppo indipendente, troppo razionale per cedere all’Amore. L’arrivo di Max e del suo esercito, più vicino ai moderni giocatori di Softair che ad un Marchbattaillon, crea lo scompiglio tra la sofisticata clientela e sovverte l’ordine quasi maniacale di Betly. Sarà Max a risvegliare il giovane cliente dal suo torpore e a convincere Betly a sposare un rinnovato Daniele. Le nozze si faranno, ma Betly sarà davvero cambiata?».
Per conoscere la risposta alla domanda lasciata aperta da Luigi Barilone non si potrà quindi che assistere al corso di recite del titolo donizettiano proposto dal Bergamo Musica Festival 2014, recite (al Teatro Sociale sabato 27 settembre alle ore 15.30 e alle ore 18.00; sabato 8 novembre alle ore 18.00 e alle ore 21.00; e al Teatro Donizetti martedì 14, mercoledì 15, giovedì 16 e venerdì 17 ottobre, alle ore 9.00 e alle ore 11.00) che vedranno alternarsi Linda Campanella ed Elisa Maffi nei panni di Betly, sorella di Max; Angelo Scardina ed Enrico Iviglia nel ruolo di Daniele, giovane possidente; e Vittorio Prato e Paolo Ingrasciotta per l’interpretazione di Max, sergente svizzero. Completano il team: Giovanni Battista Rigon (Maestro concertatore e Direttore d’orchestra), Fabio Tartari (Direttore del coro), Piera Ravasio (Assistente alla regia), Luca Dalbosco (Scene), Alfredo Corno (Costumi) e Renato Lecchi (Luci).
Bisogna inoltre ricordare che il Bergamo Musica Festival 2014 è in collaborazione con il Conservatorio cittadino. L’Orchestra che eseguirà Betly sarà infatti composta, su modello di quanto esperito lo scorso anno, in occasione delle rappresentazioni della Finta semplice di Michele Varriale, oltre che dalle prime parti dell’Orchestra del Bergamo Musica Festival, da giovani allievi del Conservatorio cittadino, nell’ambito del più ampio progetto di formazione, battezzato Bergamo Academy. Specificamente da quest’anno il Festival e il Conservatorio hanno dato vita all’Accademia Donizetti: singole recite e produzioni i cui organici sono composti anche da allievi dello stesso Conservatorio.
Per questo mix di aspetti e per la limitata messa in scena dell’opera, reputiamo valga la pena godere di questo spettacolo donizettiamo…
Annunziato Gentiluomo
[Fonte delle immagini: radioildolcesuono.blogspot.it, comune.bergamo.it e facebook.com]
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *