«Vorremo tornare a riflettere sul nostro modello di sviluppo urbano, capire come valorizzare un patrimonio relazionale capace di determinare il benessere delle persone, nei luoghi di lavoro come nella vita sociale e familiare»: in una parola, Città felici. È questo il tema del FIL Fest 2014, il festival della Felicità Interna Lorda (FIL) che si
«Vorremo tornare a riflettere sul nostro modello di sviluppo urbano, capire come valorizzare un patrimonio relazionale capace di determinare il benessere delle persone, nei luoghi di lavoro come nella vita sociale e familiare»: in una parola, Città felici. È questo il tema del FIL Fest 2014, il festival della Felicità Interna Lorda (FIL) che si svolgerà quest’anno a Catania dal 4 al 6 dicembre. Fare delle città felici un’utopia vivente.
Il Fil Fest, promosso, autoprodotto e autofinanziato da Impact Hub e Zo , con i patrocini a titolo non oneroso del Comune e dell’Università di Catania, del Ministero dell’Ambiente, del Ministero dello Sviluppo Economico, è quest’anno dedicato alle Città Felici: si riconnetterà alla tradizione tutta italiana delle città-stato medievali, luoghi, prima che di mercato, di civilizzazione. Il tutto poi, aperto alla condivisione di visioni, utopie, che stimolino l’immaginario collettivo a nutrire possibilità d’azione sullo spazio urbano.
Danilo Dolci, il “Gandhi di Sicilia”, è il faro di questa edizione. Poeta, pedagogo, attivista della nonviolenza, da anni Dolci porta in Sicilia, nella Sicilia più povera e degradata, la sua concezione di città-territorio come “parco di pace”: la lotta non violenta, l’educazione alla coscienza civica, una “maietica reciproca” finalizzata al vivere bene, ma soprattutto al vivere insieme. Con la sua utopia vivente di città felice, dove il lavoro non si trasformi in mera rapina della terra, e in cui le energie, soprattutto quelle illimitate, ricevano giusta valorizzazione potenziando benessere e salute; sarà proprio Danilo a guidare la tre giorni del festival, convincendoci di come «dall’intimo dei quartieri la città possa nuovamente rifiorire, esprimere il bene comune».Lo farà in particolare nel giorno dell’apertura, giovedì 4 dicembre (ore 15,30), nello small talk Verso una città-territorio: i luoghi di Danilo Dolci, con il figlio Amico. Di qui poi una serie di laboratori di maieutica a cura del Centro per lo sviluppo creativo Danilo Dolci, che culmineranno il giorno seguente, venerdì 5, con la proiezione del documentario “Danilo Dolci. Memoria e utopia” di Alberto Castiglione (60’).
Ma il festival è fatto soprattutto di idee, momenti di confronto fra esperienze significative. Tre giornate di incontri, dibattiti, workshop, spettacoli, performance e momenti di svago, che ci aiutino a stimolare l’immaginario, a nutrire una rinnovata prospettiva di azione sullo spazio urbano.
Proseguendo nel viaggio del Festival, Felicità sostenibile è il momento in cui, venerdì 5 dicembre, il FIL Fest aprirà la discussione sul tema dell’ “altro” benessere possibile. Sarà l’economista di livello internazionale Leonardo Becchetti, e nella stessa giornata altri nomi di rilievo come Maurizio Carta (Università di Palermo), ad approfondire il tema Felicity. Inoltre, si continuerà con una riflessione su Città felici qui al Sud. Indicatori di benessere e qualità della vita nelle città italiane: Fabiola Riccardini (Istat), Michele Merola (Legambiente) e Giuseppe Intilla (Istituto Ricerca Sociale) approfondiranno questi temi, mettendo soprattutto in luce come è stimato il benessere umano nelle più autorevoli classifiche sulla qualità della vita nelle principali città italiane.
È possbile dar corso a una de-materializzazione del PIL? Immaginare magari che l’interiorita abbia “diritto di cittadinanza” nel suo essere mattone per la costruzione della felicità?
Il FIL Fest si propone come momento di aggregazione, riflessione partecipata, creazione collettiva sulle modalità con cui cogliere le opportunità di felicità a cui la crisi ci spinge. Incontri, dibattiti, eventi, kermesse e performance. Sviluppare queste riflessioni in forma corale, divertirsi a tracciare insieme percorsi individuali e collettivi in cui ci sia posto per tutti. Perchè questo è il FIL Fest: contro la tirannia del PIL, mettere davanti l’esigenza di ragionare in termini di felicità.
Epigoni di Thomas Jefferson, del suo illuminismo, del pensiero liberale, anche noi riteniamo che «le seguenti verità siano di per sé stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi vi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità».
Insomma, lavorare per quello che davvero ci piace fare, essere. Non solo per quello che ci piace avere.
Giuseppe Parasporo
[Fonti delle immagini: www.filfest.org; www.www.monti-taft.org; www.mndrnr.blogspot.it; www,solafelice.forumcommunity.net]
[Fonte del video: www.filfest.org]
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